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Usa, scattano i dazi del 50% su acciaio e alluminio

Trump ha firmato l'ordine esecutivo. Il commissario Ue al Commercio Maros Sefcovic: "Sono comunque ottimista, vedo progressi"

Donald Trump (Afp)
Donald Trump (Afp)
04 giugno 2025 | 07.24
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Entrano in vigore oggi 4 giugno i nuovi dazi sull'acciaio e sull'alluminio importati negli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump ha firmato l'ordine esecutivo. La decisione del presidente Usa, che in precedenza aveva dichiarato essere volta a proteggere le industrie nazionali dell'acciaio e dell'alluminio, porta le imposte su entrambi i metalli dal 25 al 50 per cento.

"Se ad altri Paesi è consentito applicare dazi contro di noi e a noi non è consentito contrastarli, rapidamente e agilmente, con misure tariffarie contro di loro, il nostro Paese non ha neanche una piccola possibilità di sopravvivenza economica", aveva scritto Trump in uno dei suoi ultimi post su Truth.

E oggi, sempre su Truth, il presidente americano ha detto di "apprezzare" il leader cinese Xi Jinping, ma che è "estremamente difficile raggiungere un accordo" con lui, dato che i due Paesi sono nel mezzo di una situazione di stallo commerciale sui dazi. "Mi piace il presidente cinese Xi, l'ho sempre apprezzato e lo apprezzerò sempre, ma è molto duro", ha scritto Trump.

Merz parte per Washington, domani l'incontro con Trump

Intanto Friedrich Merz sarà domani a Washington la sua prima visita negli Stati Uniti da cancelliere. Con Trump ha in programma un colloquio e una colazione di lavoro, seguiti da una conferenza stampa. Al centro dei colloqui, gli sforzi per mettere fine alla guerra in Ucraina, la risposta della Nato alle crescenti minacce esterne, la disputa sui dazi.

Merz e Trump si sono incontrati brevemente molto tempo fa a New York. Da quando Merz è alla cancelleria, si sono parlati 4 volte per telefono, una volta a tu per tu. Le altre telefonate hanno coinvolto altri leader europei.

Sefcovic: "Sono ottimista, vedo progressi"

L'aumento dei dazi statunitensi su acciaio, alluminio e derivati al 50%, in vigore da oggi, "è stato davvero una sorpresa" ha detto il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, affidate alla stampa a margine di una riunione Ocse a Parigi, in merito alle sue conversazioni con le controparti statunitensi. "Dopo le discussioni a livello tecnico e i miei recenti scambi con Howard Lutnick nel weekend e con Jamieson Greer ieri e stamattina, sono convinto che possiamo ottenere un risultato positivo". "Ciò che mi rende ottimista è che vedo i progressi. So da dove siamo partiti, conosco le posizioni iniziali e vedo come stiamo avanzando. Le discussioni ora sono molto concrete, entriamo nei settori specifici, nei dettagli, e iniziamo a vedere anche un possibile punto di atterraggio. Questo è ciò che mi fa ancora sperare", aggiunge.

Il commissario Ue al centro del negoziato con Washington inquadra la questione in termini più ampi, ricordando che Ue e Usa rappresentano circa il 30% del commercio a livello globale e che le ripercussioni di un malfunzionamento nel loro rapporto ricadrebbero sull'intero sistema globale. In seconda battuta, Sefcovic assicura che l'Ue riconosce l'ambizione Usa di reindustrializzarsi, anche perché si è posta lo stesso obiettivo. "Credo ancora che ci siano molti più settori che ci uniscono piuttosto che ci dividono. E per questo sono convinto che possiamo risolvere la questione in modo amichevole", rimarca.

Ferma restando la necessità di "esplorare ogni via percorribile" per giungere a un accordo, il funzionario Ue sottolinea anche che l'Ue rimane pronta a difendere i proprie interessi e fare "tutto il possibile per riequilibrare il nostro rapporto commerciale" qualora non si giungesse a un accordo. "Le consultazioni sulle contromisure sono in corso e saranno concluse molto presto", spiega; "ma prima è nostro dovere fare tutto il possibile per avere successo nei negoziati".

Sefcovic sottolinea l'importanza del recente colloquio tra la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, e il presidente Usa Donald Trump, durante il quale i due hanno convenuto di voler trovare una soluzione amichevole entro il 9 luglio, giorni in cui entreranno in vigore una serie di pesanti dazi sulle industrie Ue. "È chiaramente l’obiettivo da parte nostra, e credo che lo sia anche da parte americana", aggiunge.

Il Regno Unito è stato il primo Paese a chiudere un accordo (a tratti provvisorio) per evitare l'imposizione di tali dazi. "Ovviamente abbiamo un rapporto commerciale molto più ampio e complesso", puntualizza il commissario Ue, "e quindi sono sicuro che anche il nostro accordo avrà caratteristiche diverse. Non entrerò nei dettagli tecnici, perché ogni accordo è diverso, ma stiamo lavorando su tutte le aree".

Anche la prima volta che dazi del genere sono stati imposti "era emerso chiaramente, anche dai colloqui con le nostre controparti, che non era l’Ue il vero problema per gli Usa", racconta, ricordando che gli europei esportano poco più di 4 milioni di tonnellate di acciaio altamente specializzato di cui l’industria americana ha bisogno per produzioni particolari.

"Condividiamo lo stesso problema: soffriamo entrambi a causa dell’eccesso di capacità produttiva a livello globale", prosegue il commissario europeo, riferendosi in maniera indiretta al principale esportatore globale, la Cina. "Il mio appello, fin dall’inizio, è stato: non prendiamoci di mira a vicenda, ma lavoriamo insieme per affrontare il problema della sovraccapacità globale", spiega, assicurando di aver trasmesso questo messaggio al rappresentante Usa al commercio Jamieson Greer durante l'incontro di stamattina.

Durante i negoziati tra Washington e Bruxelles, aperti per risolvere la diatriba emersa dopo l'imposizione di dazi da parte dell'amministrazione guidata da Donald Trump, l'Ue ha sospeso le proprie contromisure, "già pronte e approvate dagli Stati membri", al fine di "creare uno spazio negoziale ulteriore per risolvere il problema in modo amichevole, come dovrebbero fare due alleati così stretti come Ue e Usa. Ci siamo concentrati molto su questi negoziati e credo ancora nel loro successo", conclude Sefcovic.

Sheinbaum: "Se rimane 50% su acciaio e alluminio annunceremo contromisure"

La presidente del Messico, Claudia Sheinbaum, ha duramente criticato i dazi del 50% su acciaio e alluminio stranieri imposti da Donald Trump, definendoli "un ordine ingiusto e privo di base legale". Sheinbaum ha avvertito che il Messico potrebbe rispondere già la prossima settimana con contromisure, nel caso in cui i negoziati con Washington non portino a un’intesa.

"Non siamo d’accordo, non lo riteniamo giusto né sostenibile, perché fa aumentare i prezzi per tutti", ha dichiarato la presidente ai giornalisti, annunciando un imminente incontro tra funzionari messicani e statunitensi per cercare una soluzione. "Se ciò non avverrà, annunceremo a nostra volta alcune misure necessarie per proteggere e rafforzare l’occupazione. Non si tratta di vendetta o ritorsione". Sheinbaum ha ricordato che il Messico ha storicamente un disavanzo nella bilancia commerciale dell’acciaio con gli Stati Uniti, importando più di quanto esporti.

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