I margini restano stretti e le risorse disponibili per accogliere emendamenti significativi restano poche. I lavori parlamentari sulla manovra si apprestano ad entrare nel vivo con l’inizio delle votazioni in Commissione Bilancio al Senato. Partendo dai punti fermi messi nero su bianco nella nota diffusa al termine dell’ultimo vertice di maggioranza: si è trovato un accordo sugli affitti brevi, sull'ampliamento dell'esenzione ISEE sulla prima casa, sull'articolo 18 riferito ai dividendi, è stata chiarita la possibilità di compensazione anche per i contributi previdenziali delle imprese, e si è discusso delle misure a favore delle forze dell'ordine. Intanto sarebbe vicina l’intesa sul nuovo contributo di banche e assicurazioni alla manovra. Dopo l’incontro di venerdì scorso a Palazzo Chigi, infatti, le interlocuzioni tra governo e istituti di credito sarebbero aperti e nella maggioranza, in particolare dalle parti di Forza Italia, emerge ottimismo su un accordo di massima. “Si dovrebbe arrivare a un’intesa – ha spiegato il capogruppo azzurro al Senato Maurizio Gasparri - che dovrebbe mantenere il rialzo Irap di due punti e non del 2,5% e si proseguirà, poi, sulla via delle intese per individuare altre soluzioni legate ai flussi di cassa”. Il contributo delle banche, dunque, se non sotto forma di ulteriore versamento Irap dovrebbe arrivare attraverso un meccanismo di anticipo di liquidità sul modello di quanto avvenuto nella scorsa legge di bilancio. Sempre secondo fonti di Forza Italia ci sarebbero modifiche anche per la norma sui dividendi. Dal Mef non sono arrivate conferme ufficiali e sarà importante capire anche quale sarà la posizione di altre forze di governo, come la Lega che ha da subito proposto un contributo ulteriore delle banche. Intanto, la manovra economica dell’Italia per il 2026, nel suo impianto che non potrà essere stravolto dall’esame parlamentare, ha superato l’esame della Ue. La Commissione europea ha approvato il documento programmatico di bilancio dell'Italia che, secondo l’esecutivo dell’Ue, rispetta l'incremento massimo della spesa netta previsto dalla raccomandazione del Consiglio. In questo modo, il nostro Paese potrebbe uscire dalla procedura per deficit eccessivo nella prossima primavera, quando la Commissione valuterà sulla base dei dati a consuntivo del 2025. Insieme all’Italia, anche altri undici Stati membri dell’area euro sono stati promossi.