
Per i giudici "sono infondate le questioni sugli obblighi che imporrebbe la Convenzione di Merida di prevedere il reato o di evitare di abrogarlo". Nordio: "Massima soddisfazione"
L'abrogazione dell'abuso d'ufficio non è incostituzionale. Lo ha stabilito la Corte costituzionale in esito all’udienza pubblica svoltasi ieri, dopo avere esaminato in camera di consiglio le questioni di legittimità costituzionale sollevate da quattordici autorità giurisdizionali, tra cui la Corte di cassazione, sull’abrogazione del reato di abuso d’ufficio ad opera della legge numero 114 del 2024.
La Corte ha ritenuto ammissibili le sole questioni sollevate in riferimento agli obblighi derivanti dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione (la cosiddetta Convenzione di Merida). Nel merito, li giudici costituzionali hanno dichiarato infondate tali questioni, ritenendo che dalla Convenzione non sia ricavabile né l’obbligo di prevedere il reato di abuso d’ufficio, né il divieto di abrogarlo ove già presente nell’ordinamento nazionale.
“Esprimo la massima soddisfazione per il contenuto del provvedimento della Corte Costituzionale, che ha confermato quanto sostenuto a più riprese in ordine alla compatibilità dell’abrogazione del reato di abuso di ufficio con gli obblighi internazionali", afferma il ministro della Giustizia, Carlo Nordio. "Mi rammarica che parti della magistratura e delle opposizioni abbiano insinuato una volontà politica di opporsi agli obblighi derivanti dalla convenzione di Merida - conclude - Auspico che nel futuro cessino queste strumentalizzazioni, che non giovano all’immagine del nostro Paese e tantomeno all’efficacia dell’Amministrazione della giustizia".
Di una decisione "sacrosanta" da parte della Corte Costituzionale "che afferma che è stata corretta la decisione del governo e del parlamento di abolire il reato di abuso d'ufficio", parla il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri. "Molti magistrati e molti politicanti - ricorda Gasparri - avevano costruito anche su questo tema una narrazione intrisa di bugie'".
''Noi vogliamo perseguire la corruzione, la concussione e tutti i reati, ma vogliamo far presente che per quanto riguarda gli abusi di ufficio nel 2021 su 4.745 indagati per abuso d'ufficio, 4.121 sono stati archiviati. Nel 2022 su 3.938 indagati sono stati archiviati 3.536. Nel 2021 ci sono state 318 sentenze per questo reato con 9 condanne, il 2,8%. Nel 2022, 18 condanne su 205 sentenze. Pertanto, era una norma non necessaria perché si possono combattere i fenomeni di corruzione con le norme vigenti senza ulteriori bardature che portano soltanto a una paralisi burocratica. Hanno torto tutti i nostri detrattori, i magistrati ed i politici che hanno contestato questa decisione. Hanno fatto la loro consueta figuraccia. La Corte costituzionale ha assunto una decisione corretta".
Ma per il Pd "l'abrogazione dell'abuso d'ufficio, per quanto non leda principi contenuti nelle convenzioni internazionali sulla lotta alla corruzione, come ha oggi sancito la Corte costituzionale, resta un provvedimento fortemente inopportuno e sbagliato", afferma il vicepresidente del gruppo Dem al Senato, Alfredo Bazoli. "Una scelta che relega il nostro Paese al ristretto e certamente non encomiabile novero di ordinamenti privi di una disciplina penale generale di contrasto agli abusi da parte dei pubblici funzionari. E figlia altresì di un indirizzo di politica criminale inaccettabile. Mentre col decreto sicurezza il governo, infatti, reprime forme di criminalità e condotte derivanti da disagio sociale o da dissenso politico, con l'abrogazione dell'abuso d'ufficio garantisce, invece, impunità per il cattivo esercizio del potere. C'è francamente poco di cui vantarsi".
Per il presidente dell'Anac Giuseppe Busia "le sentenze della Corte costituzionale si rispettano, si prende atto e si leggeranno le motivazioni. I vuoti lasciati dall’abrogazione del reato dell'abuso di ufficio rimangono tali. Per esempio - afferma all'Adnkronos - la mancata tutela penalistica per chi favorisca, senza avere qualcosa in cambio, una persona che partecipa a un concorso oppure l’affidamento diretto di un contratto sopra le soglie sono vuoti, incertezze che rimangono".
"Era stato detto che si sarebbe rafforzata la tutela amministrativa visto che viene meno quella penalistica ma questo rafforzamento non c'è stato e anzi in molti casi abbiamo visto passi indietro sulla normativa anti-corruzione preventiva - ha concluso - Questo, al di là di ogni dibattito politico da cui voglio rimanere fuori, rischia di non mettere in luce e rafforzare l’imparzialità della pubblica amministrazione che è un bene necessario: soprattutto adesso di fronte ai cittadini abbiamo bisogno di amministrazioni che appaiano indipendente e meritevoli di fiducia".