
Il leader di Forza Italia: "Non do ordini a nessuno e non ne prendo da nessuno". Conte: "C'è nostra proposta, vediamo se è solito diversivo estivo"
Il risultato del referendum sulla cittadinanza "ha dimostrato che avevamo ragione: 5 anni sono pochi. Noi diciamo che va concessa a dieci anni di scuola passati con profitto. Così conosci la lingua, la storia, in qualche modo la Costituzione". A dirlo ai cronisti alla Camera è stato oggi il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani.
"Salvini non è d’accordo? Noi sì. Non è che devo chiedere l’autorizzazione a qualcuno se voglio presentare una legge in Parlamento. La cittadinanza è una cosa seria. Io non do ordini a nessuno ma nemmeno ne prendo da nessuno", continua il vicepremier.
Tajani ricorda quindi la proposta approvata per restringere il riconoscimento della cittadinanza italiana a discendenti di migranti: "L'abbiamo presentata ed è stata approvata. Noi abbiamo ritirato la cittadinanza a cinque Hezbollah, sappiamo che cosa succede con la concessione della cittadinanza. Meglio la cittadinanza dopo dieci anni di scuola che dopo dieci anni passati a bighellonare nelle stazioni o ai giardinetti".
Replica in una nota il leader M5s, Giuseppe Conte: "Bene, ora sia Tajani sia Calenda propongono di approvare lo ius scholae, la soluzione che il M5s propone da anni. Vediamo se sono solo chiacchiere, come è già successo nella scorsa estate - quando gli annunci di Tajani si rivelarono diversivi da ombrellone - o se finalmente si vuole fare sul serio: le proposte - a partire da quella che porta le nostre firme - sono depositate in Parlamento e la maggioranza ha i mezzi per far partire subito il loro esame".
"Magi e +Europa cosa faranno? Si accontenteranno di aver piantato una bandierina o convergeranno su questa ragionevole soluzione? Avviare una discussione sullo ius scholae e arrivare all'approvazione di un testo serio e di vero cambiamento per una reale integrazione è il modo migliore per offrire al Paese una riforma di civiltà e dare seguito alle intenzioni di tutti coloro che si sono pronunciati sul quesito referendario", conclude il presidente dei pentastellati.