Da "puttana" a "scrofa", epiteti offensivi e violenti contro la presidente della Regione Sardegna e la sindaca di Genova
"Puttana", "scrofa", "bagascia" e altri epiteti volgari. Le donne al vertice in politica diventano bersaglio di attacchi sessisti sui social. Dopo gli insulti denunciati ieri dalla sindaca di Genova Silvia Salis, oggi la stessa sorte è toccata alla presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde.
La carrellata di post è stata pubblicata sul profilo Facebook del Movimento 5 stelle in Sardegna che denuncia la "vergognosa ondata di attacchi violenti" contro l'esponente pentastellata ed esprime la "più ferma condanna e solidarietà ad Alessandra Todde".
"Chi usa l’odio e la violenza verbale per abbattere una donna - sottolineano i 5 stelle - lo fa perché teme la sua forza, la sua determinazione e la sua integrità. Alessandra Todde non si piegherà davanti a chi tenta di intimidirla con offese spregevoli e discriminatorie. Ribadiamo con forza che nulla giustifica la violenza verbale e il sessismo, e invitiamo tutti a unirsi nel respingere questi attacchi inaccettabili. La lotta per il rispetto delle donne deve continuare con coraggio, determinazione e senza mai cedere al disprezzo e alla paura".
Ieri a denunciare attacchi altrettanto violenti era stata in prima persona la sindaca di Genova. "Sotto i miei post c'è chi mi dà della puttana, che so suonare il flauto e che dovrei prendere un po' di belino per calmare i nervi", aveva affermato Silvia Salis in consiglio comunale, intervenendo nella discussione presentata dalla capogruppo di Avs Francesca Ghio sulla necessità di introdurre l'educazione sessuo-affettiva nelle scuole".
"Io parto da un osservatorio personale, sono la sindaca di una città, sono in una posizione sicuramente non di minoranza, non di segregazione, non rappresento una categoria da proteggere. Io vi dico cosa succede ogni giorno sui miei social, è sotto gli occhi di tutti, bisogna avere il coraggio di dire le cose, perché quando si parla delle donne, ed è vero, non è solo una questione fisica, è anche e spesso una questione verbale, però di persone che nei profili hanno i bambini in braccio".
"Questo signore - continua Salis - che ha in braccio sua figlia e lavora, sotto un mio post ha scritto: 'Sei proprio una gran puttana', c'è nome e cognome e per lui è una cosa normale dare della puttana alla sindaca e non mi ha detto incapace, perché alle donne dici puttana, non dici incapace e questo ce lo dobbiamo ricordare, ma non basta perché poi c'è un post del Carlo Felice sotto il quale c'è scritto che si vede che suono il flauto, chissà a cosa fa riferimento, non so se a un sindaco uomo farebbero le stesse battute, come non so se a un candidato sindaco uomo in campagna elettorale avrebbero postato le sue foto in bikini, perché anche quella è una forma di violenza, ricordiamocelo bene, poi andiamo avanti, 'Pensasse a prendere un po' di belino, le calmerebbe i nervi alla sindaca', con nome e cognome. Questa è la società nella quale ci muoviamo e se voi dite che in questa città non serve un'educazione affettiva e sessuale siete molto lontani dalla realtà".