Rai, "grave condotta Floridia su Sechi, Parlamento intervenga": lettera maggioranza in Vigilanza a La Russa

A firmare il documento Francesco Filini (capogruppo FdI), Giorgio Maria Bergesio (capogruppo Lega), Roberto Rosso (capogruppo FI), oltre a Mariastella Gelmini

A destra Barbara Floridia - (Ipa)
A destra Barbara Floridia - (Ipa)
09 ottobre 2025 | 14.35
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La condotta di Barbara Floridia "non può essere ignorata dal Parlamento viste le delicate funzioni attinenti alle garanzie sul pluralismo delle informazioni, che la Floridia dovrebbe svolgere". I capigruppo dei partiti di maggioranza in Commissione di Vigilanza Rai hanno indirizzato una missiva al presidente del Senato, Ignazio La Russa, per denunciare quello che definiscono uno "sconcertante episodio" legato all'operato della presidente della Commissione stessa, la senatrice del M5S Barbara Florida. A firmare il documento, datato 9 ottobre, sono stati Francesco Filini (capogruppo Fratelli d'Italia), Giorgio Maria Bergesio (capogruppo Lega), Roberto Rosso (capogruppo Forza Italia ), oltre a Mariastella Gelmini.

La missiva

Il cuore della missiva riguarda la vicenda del giornalista Mario Sechi. I firmatari denunciano che la presidente Florida "ha divulgato un post sui social in cui ha fatto apparire un giornalista come fautore dell'affondamento delle imbarcazioni della cosiddetta Flotilla". Secondo i capigruppo, il post avrebbe travisato un ragionamento fatto da Sechi in televisione, con una frase "tolta dal contesto" che lo avrebbe fatto apparire come "il fautore di una sorta di affondamento generalizzato di imbarcazioni". La critica si inasprisce nel racconto della corrispondenza intercorsa tra la stessa Florida e Sechi, in cui la presidente: "non solo non avrebbe mostrato ravvedimento circa l'abuso fatto ai danni Sechi, ma lo avrebbe rivendicato in modo veramente opinabile". Il gesto, si legge nella lettera, ha esposto Sechi a "gravi pericoli, visto il clima che si respira sul conflitto in Medio Oriente". La missiva si conclude con un monito: "Far passare questo noto giornalista per una persona che auspica atti di un certo tipo lo espone a rappresaglie da parte di quanti dovessero scambiare la manipolazione con la realtà".

I capigruppo hanno quindi chiesto al presidente La Russa di considerare la condotta della presidente, che a loro avviso "va nella direzione esattamente opposta" rispetto alle "delicate funzioni" di una Commissione "che ha tra gli obiettivi anche quello di tutelare la libertà di stampa e il giornalismo".

La replica del M5s

"La maggioranza di Giorgia Meloni non si accontenta di aver silenziato la commissione di Vigilanza Rai, l’organo di garanzia del servizio pubblico, e ora lancia un attacco frontale contro l’ultimo baluardo che si batte per riaprirla: la presidente Barbara Floridia. Lo fanno con un’accusa ridicola, smentita dai fatti e dall’intelligenza, dimostrando un cinismo politico senza precedenti. La lettera che secondo quanto si apprende hanno mandato a La Russa, è zeppa di menzogne, e segue il filone del vittimismo meloniano, stavolta con il suo ex portavoce Mario Sechi come protagonista". Così gli esponenti M5s in commissione di vigilanza Rai.

"Comunque - aggiungono -, se vogliono discutere davvero di questa questione, vengano in Vigilanza e dicano chiaramente quello che pensano, riaprendo la commissione e mettendo fine a questa farsa. La verità è che hanno una paura matta. Sanno bene che la riapertura della commissione dipende dalla Giunta per il regolamento, lo stesso organo che hanno invocato per bloccare la Vigilanza. Ma la Giunta non può che dare ragione a Floridia e alle opposizioni. In caso contrario, i patrioti smentirebbero se stessi e quanto fatto negli anni passati, quando anche loro, Gasparri in testa, chiesero la convocazione straordinaria dei vertici Rai".

"I parlamentari di maggioranza si muovono come un branco che teme la verità e che attacca chi, come Floridia, difende l’unico strumento rimasto per garantire il servizio pubblico. Questo attacco non è solo ingiustificato, è la dimostrazione della strategia di Giorgia Meloni di silenziare gli organi di controllo e di usare il manganello contro chi si oppone a tutto questo a difesa delle istituzioni e della democrazia", concludono gli esponenti pentastellati in commissione.

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