
Approvata la riforma della cittadinanza, Andrea Di Giuseppe (Fdi) legge la lettera di un italiano eroe di guerra che aveva perso la cittadinanza
La Camera dei deputati ha approvato il decreto sulla riforma della cittadinanza italiana, un passaggio definito storico dal deputato Andrea Di Giuseppe (Fdi), eletto nella circoscrizione Centro e Nord America. Questa riforma, tra le varie misure, segna una svolta significativa per tanti italiani che negli anni hanno perso la propria cittadinanza per necessità o obbligo e non per scelta personale. Prima del 1992, infatti, chi diventava cittadino di un altro paese era costretto a rinunciare al passaporto italiano.
Con questo decreto, invece, viene riaperta la possibilità per chi è nato in Italia o vi ha vissuto per almeno due anni, di riacquisire la cittadinanza dal 1° luglio 2025 fino al 31 dicembre 2027.
Andrea Di Giuseppe, intervenendo in aula, ha voluto sottolineare l'importanza simbolica e morale della riforma, ricordando la storia del Tenente di Vascello Attilio Mario Russo, attraverso una lettera che ha letto integralmente davanti ai colleghi parlamentari:
“Sono il Tenente di Vascello Attilio Mario Russo, residente in Daytona Beach – Florida, mi sono imbarcato sui sommergibili dal 2 settembre 1937 al 10 giugno 1946. Successivamente sono stato insignito di 14 onorificenze fra cui la Medaglia d’Argento.
Dopo l’armistizio ho comandato il sommergibile MAREA in missione negli Stati Uniti fino al 1945 operando con la Marina Americana dalla base di Key West in Florida.
Congedatomi nel 1950 ho raggiunto la Florida dove tutt’ora vivo con mia moglie Margareth.
Per totale mancanza di pubblicità della legge sulla doppia cittadinanza da parte dell’autorità consolari italiane, non ho provveduto in tempo a fare domanda ed ora mi viene negato il diritto, a mio parere, di riottenere la cittadinanza della Patria per la quale ho combattuto tenendo alto l’onore della Marina.
Ho quasi 88 anni e seppur in buona salute non mi posso illudere di vivere ancora molti anni nell’attesa di qualcuno che si faccia carico del mio problema e di altri nelle mie stesse condizioni.
Il Governo italiano da una parte mi ha concesso una pensione per le mie medaglie, riconoscendo la mia devozione alla Patria, dall’altra mi nega la cittadinanza equiparandomi alla stregua di qualsiasi straniero privo di titoli e meriti.
Voglio morire come italiano e come Ufficiale della Marina Militare, con la mia bandiera per la quale ho servito con fierezza per ben 13 anni della mia vita, in momenti di grande difficoltà e pericolo per la stessa”.
Il deputato Di Giuseppe ha ricordato che questa lettera, una richiesta di giustizia e non di privilegio, è stata a lungo ignorata, definendo la situazione una "vergogna" che oggi si chiude definitivamente grazie alla nuova legge approvata.
"Attilio purtroppo non è riuscito a esaudire il suo sogno – ha concluso Di Giuseppe – ma oggi, grazie a questo governo, altri come lui potranno finalmente vedersi riconosciuta una dignità che nessun decreto avrebbe mai dovuto negargli".