
“La riforma del settore portuale nazionale è una delle priorità nell’agenda del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in quanto ritenuta fondamentale in ottica di miglioramento dell’efficienza e della competitività del comparto portuale, implementazione del traffico delle merci e dell’intermodalità, obiettivi raggiungibili anche grazie a un nuovo sistema di governance e a semplificazioni procedurali e amministrative. Uno degli aspetti centrali della riforma è l’individuazione di un organismo sotto il controllo del Mit per la programmazione e il coordinamento degli investimenti strategici portuali, oltre che per il riordino delle competenze delle diverse autorità operanti nel settore”. Questo, in sintesi, quanto ribadito dal Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i Trasporti Tullio Ferrante, in risposta all’interrogazione parlamentare a risposta diretta da parte della deputata PD Valentina Ghio e componente della Commissione Trasporti (IX) della Camera. Nel corso della sua interrogazione, la deputata Ghio ha infatti sottolineato che ad oggi la volontà del Ministero di riforma del settore portuale è ferma alle intenzioni, mentre la deadline della riforma stessa dovrebbe essere la fine del 2024 con i decreti attuativi nel 2025. In particolare, l’On. Ghio ha rimarcato la volontà del Governo, emersa specie tramite mezzi stampa, di voler puntare alla privatizzazione dei porti, mentre la Legge 86 del 26 giugno 2024 indica che i porti sono tra le 23 materie potenzialmente ad esclusiva competenza delle regioni. Una privatizzazione che porterebbe ad un’inevitabile parcellizzazione non in grado di consentire un elevato livello di qualità del lavoro portuale.
Per approfondire: https://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=5-02739&ramo=C&leg=19