Charlie Hunnam è il serial killer Ed Gein: "L'isolamento è il mostro di oggi"

L'attore si è trasformato per la serie Netflix 'Monster: La storia di Ed Gein': "Siamo assuefatti dall'orrore, questo ci cambia dentro"

Charlie Hunnam è il serial killer Ed Gein:
07 ottobre 2025 | 16.42
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"La società evolve, ma ho la sensazione che ci stiamo isolando sempre di più. Siamo sempre più rinchiusi nei nostri recinti e dietro gli schermi. E questo è molto dannoso per la salute mentale. L'isolamento è il vero mostro della nostra società". A parlare all'Adnkronos è l'attore britannico Charlie Hunnam, che dà voce e corpo al serial killer Ed Gein nella serie disponibile su Netflix 'Monster: La storia di Ed Gein'. Il nuovo capitolo della serie antologica 'Monster', creata da Ryan Murphy e Ian Brennan, è ambientato nelle gelide campagne del Wisconsin degli Anni 50 e racconta di un uomo solitario, all’apparenza cordiale e dai modi gentili di nome Eddie Gein. Vive tranquillamente in una fattoria fatiscente, nascondendo una casa degli orrori così raccapricciante da ridefinire l'incubo americano. Spinto dall’isolamento, dalla psicosi e da una completa ossessione per la madre, i crimini perversi di Gein hanno dato vita a un nuovo tipo di mostro destinato a tormentare Hollywood per decenni. Da 'Psyco' a 'Non aprite quella porta', fino a 'Il silenzio degli innocenti', la macabra eredità di Gein ha dato vita a mostri immaginari modellati sulla sua immagine, alimentando un’ossessione culturale per la perversione criminale. Ed Gein non ha solo influenzato un genere, ma è diventato un modello per l’horror moderno.

Per questo ruolo, "il più importante della mia vita", ha perso molto peso, ha letto le cartelle cliniche e gli atti giudiziari, ha vissuto al buio ed ha evitato ogni tipo di contatto sociale. "Sicuramente la trasformazione psicologica è stata la più difficile perché mi sentivo molto distante da lui". A volte "quando leggi la sceneggiatura pensi di capire tutto di quel personaggio e senti che nessuno potrebbe interpretarlo meglio di te. Qui ho pensato l'opposto: 'Non capisco affatto quest'uomo'", ricorda l'attore. Quindi, "l'enorme trasformazione è arrivata facendo tutte le ricerche necessarie per cercare di capire perché Ed Gein ha fatto quello che ha fatto. Era diventata un'ossessione, ma dovevamo capirlo per poter rappresentare in modo accurato il percorso da uomo a mostro". Durante questo viaggio "ho capito le conseguenze dell'abuso psicologico, che sono state terribili". Ed Gein "ha avuto un'infanzia contraddittoria perché la madre lo adorava e lo riempiva di attenzione ma, al tempo stesso, ogni giorno gli diceva che lo odiava perché al suo posto non era nata la figlia che desiderava". E poi: "Una delle cose di cui sono molto consapevole è la terribile conseguenza dell'isolamento".

Nella sua casa buia, Ed Gein ha sviluppato una passione per riviste che raccontavano storie sui nazisti. Come quella di Ilse Koch - criminale di guerra tedesca e moglie del comandante del campo di concentramento di Buchenwald e ufficiale delle SS - che realizzava paralumi con le pelli delle vittime dell'Olocausto. "Uno degli aspetti che emerge dalla serie sono proprio le immagini che esponiamo al nostro cervello. Il tema centrale della serie è interrogarsi su quali siano le conseguenze dell’esporci a immagini così negative". Al giorno d'oggi, c'è una vera mania per il genere true crime e lo dimostra il successo in particolar modo di podcast sui casi di cronaca, ma anche di film o serie. Per Hunnam "l'aspetto positivo della nostra fascinazione per il true crime è un tentativo di comprendere noi stessi. Penso che il racconto abbia ancora un ruolo importante perché funziona come uno specchio che riflette la condizione umana e ci permette di esplorare quelle parti di noi che facciamo fatica a comprendere". In questo senso "l'horror ha una funzione importante perché ci mette di fronte agli aspetti più oscuri della natura umana". Tuttavia, "oggi siamo assuefatti da immagini negative che arrivano dai notiziari, dal mondo dell'intrattenimento o dalla quotidianità. È inevitabile. Non so dire con esattezza quale sia la conseguenza di questa esposizione, ma sicuramente una delle domande che dobbiamo porci è 'qual è l'effetto di tutto ciò?'", conclude l'attore. (di Lucrezia Leombruni)

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