Venezia 82, Pupi Avati e il mitico cinema Odeon ne 'L'Incanto' di Tomaso Pessina

Arriva alle Giornate degli Autori il documentario dedicato al grande regista e alla sala di Milano, ormai chiusa

Pupi Avati e Tomaso Pessina
Pupi Avati e Tomaso Pessina
03 settembre 2025 | 18.48
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'L'Incanto' di Tomaso Pessina arriva a Venezia nella sezione 'Confronti' delle Giornate degli Autori, kermesse autonoma e parallela alla Mostra del Cinema di Venezia. Il regista porta al Lido un documentario d'autore che parte dalla chiusura del Cinema Odeon di Milano per raccontare - con la voce e la presenza di Pupi Avati - una storia più ampia sul cinema, la memoria e l’incanto che ancora oggi il cinema può generare. Al centro del film c’è il desiderio di capire cosa sia davvero 'l'incanto': una forza invisibile che lega chi fa i film, chi li guarda, e i luoghi - sempre più fragili - dove quella magia si manifesta. Un viaggio personale e visivo tra memoria, appartenenza e immaginario collettivo, dove le conversazioni private con Pupi Avati si alternano a materiali d’archivio, momenti di backstage, e si intrecciano alle sequenze originali dei suoi film, che qui incontrano una nuova vita: l’animazione. Sequenze iconiche del cinema di Avati vengono reinterpretate attraverso la tecnica del Rotoscoping, con illustrazioni originali realizzate dall’artista Elisabetta Bianchi. L’animazione non serve solo a 'decorare' l’immagine, ma a creare nuove visioni e nuove strade personali alla meraviglia che quei film hanno suggerito. Per raccontare non solo un autore, ma il potere stesso del cinema di incantare e trasformare.

"Il Cinema Odeon di Milano così come era, così come io l’ho frequentato da quando ero bambino, ha chiuso nell’estate del 2023", racconta il regista Tomaso Pessina. Il cinema "è stato progettato e costruito nel 1929 dal mio bisnonno, Aldo Avati, uno degli architetti più in vista di quegli anni. Quando ero bambino - ricorda - si andava con nonna e famiglia al cinema Odeon e circa una volta l’anno si vedeva il nuovo film di Pupi Avati. Un po' la gloria della famiglia. Allora Pupi non l’avevo mai conosciuto né incontrato. Ma il suo cinema sì. Iniziava a germogliare. Poi è successo che io mi sono innamorato del cinema e che, poi, ho finito per lavorare al fianco di Pupi per molti anni". Il film parte dall’occasione narrativa della trasformazione del cinema Odeon, passa attraverso percorsi tra luoghi e volti familiari nel cinema di Avati, e si chiude con le immagini della Mostra del Cinema di Venezia dell’anno scorso. "Ed è bello che proprio a Venezia questo film veda la luce. In questo meraviglioso carrozzone che è la Mostra, dove tutto sembra sempre più grande di noi, questo è un cerchio che si chiude. Il film - prosegue - è fatto di cerchi che si chiudono: tra chi il cinema lo fa, Pupi Avati, e chi lo vive, tra la sala buia, il cinema Odeon, e i ricordi di famiglia". Perché alla fine "il cinema è questo: memoria, invenzione e appartenenza. Questo è un film personale, ma non è un film su di me, è un film su Pupi, un film sull’Odeon, ma soprattutto è un film sull’incanto. E l’Incanto è (anche) il cinema".

Un film che ha colpito il regista Pupi Avati: "Mi intenerisce profondamente perché riassume il rapporto fra due fratelli, u nostri nonni, il suo bisnonno e il mio nonno e fratelli con alterne fortune", dichiara Avati all'Adnkronos, che ricorda il nonno: "Fu un antiquario di grande successo che, tuttavia, a un certo punto fallì per essersi giocato tutta la sua fortuna alle corse dei cavalli e morì di infarto". Mentre "il bisnonno, suo fratello milanese (o meglio, l'Avati ricco), ebbe una grande fortuna come architetto e costruì una serie di edifici che rimangono nella storia di Milano e in quella dell'architettura della città". Uno fra tutti "il cinema più bello d'Italia, l'Odeon". Pessina, "mio amatissimo nipote", ha raccontato "questa singolare parentela nel momento in cui l'Odeon viene sciaguratamente chiuso e trasformato in un supermercato". La speranza di Pupi Avanti è quella di "non concludere la mia carriera come il cinema Odeon", dice scherzando. 'L’incanto' è prodotto da Elena Pedrazzini e Tomaso Pessina, una produzione Twin Studio.

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