'Wish You Were Here 50', il capolavoro dei Pink Floyd suona più vivo che mai

La riedizione dello storico album del 1975 esce il 12 dicembre per Sony Music con chicche e tracce pulite

(foto Storm Thorgerson)
(foto Storm Thorgerson)
09 dicembre 2025 | 09.20
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Due uomini d’affari si stringono la mano nel deserto industriale di un backlot hollywoodiano. Uno dei due è in fiamme - fiamme vere, appiccate a uno stuntman per una copertina che ancora oggi è impressa nella memoria collettiva. Quella di ‘Wish You Were Here’, l’album capolavoro dei Pink Floyd, è un’immagine che parla di assenza, alienazione e illusioni dell’industria musicale. E cinquant’anni dopo, quell’uomo che prende fuoco sembra più reale che mai. La band britannica celebra mezzo secolo del disco con ‘Wish You Were Here 50’, una versione ampliata e restaurata dell’album del 1975, tra le pietre miliari della musica moderna, in uscita il 12 dicembre per Sony Music. Il viaggio di questa riedizione appare sorprendente, e le tracce suonano così pulite e vive che si percepiscono persino strumenti e sfumature che sembravano essersi dissolte nel tempo. Chitarre, sintetizzatori, campanelli, bicchieri sfregati per produrre note impossibili e timpani: dettagli minuscoli che emergono come se fossero stati registrati ieri, restituendo profondità al disco.

A fare da apripista è la chicca già disponibile online: per la prima volta, ‘Shine On You Crazy Diamond (Pts. 1-9, New Stereo Mix)’ viene presentata in un’unica traccia da 25 minuti. James Guthrie, storico collaboratore della band, ha ricucito le due metà originali restituendo alla suite dedicata a Syd Barrett la forma con cui era stata immaginata: un lungo addio attraversato da nostalgia, tormento e dolore. La storia del brano è nota: Barrett che irrompe agli Abbey Road Studios durante i mixaggi, ingrassato, rasato, irriconoscibile. I suoi ex compagni non lo riconoscono. Una delle pagine più struggenti del rock diventa la spina dorsale emotiva dell’album. Per celebrarne l’eredità, l’attore e artista Noel Fielding ha realizzato una serie di dipinti originali ispirati all’immagine iconica di Syd, opere che accompagnano la release e ribadiscono il carattere irripetibile di quella figura.

L’anniversario arriva con una serie di appuntamenti in Italia e nel mondo: dopo l’ascolto guidato dell’album durante la scorsa Milano Music Week, dal 12 al 14 dicembre a Milano, sarà allestito un pop up store esclusivo in Ripa di Porta Ticinese 47, con un vinile bianco limitato dedicato al cinquantennale mentre il 14 dicembre a Roma, Auditorium Parco della Musica si terrà l’ascolto integrale della nuova rimasterizzazione 2025 con diffusori Jbl Everest e amplificazione Mark Levinson, un’esperienza audio pensata per far vibrare ogni dettaglio dell’album. Sul sito ufficiale dei Pink Floyd è disponibile inoltre la Dear Pink Floyd Experience, un archivio digitale partecipativo in cui i fan possono inviare poesie, ricordi e messaggi ispirati alla musica della band.

Il cuore di ‘Wish You Were Here 50’ è una collezione di materiali mai pubblicati: sei versioni alternative e demo inediti provenienti dagli archivi, ‘The Machine Song (Roger’s demo)’, il primo abbozzo casalingo presentato da Waters, un mix strumentale inedito di ‘Wish You Were Here’ che esalta la pedal steel di Gilmour, una nuova demo di ‘Welcome to the Machine’ e registrazioni live restaurate da Mike Millard, tratte dal concerto alla Los Angeles Sports Arena del 1975, lavorate con cura da Steven Wilson. La riedizione arriva in 3 Lp, 2 cd, Blu-ray, digitale e cofanetto deluxe, includendo anche un 7’’ giapponese, un libro fotografico, un comic book, un poster e un Lp aggiuntivo con il live di Wembley 1974.

L’universo visivo di ‘Wish You Were Here’, a cinquant’anni di distanza rimane insuperato: la copertina con l’uomo in fiamme, la donna velata nel bosco, il tuffatore senza schizzi, il desertico salesman senza volto presenti all'interno dell'album. Ogni elemento richiama i temi cardine del disco: assenza, distanza, maschere e disillusione. Realizzati dallo studio Hipgnosis, Storm Thorgerson e Aubrey ‘Po’ Powell, quegli scatti sono diventati un’icona dell’immaginario rock anni ’70.

Nel 1975 l’album fu un successo immediato: il primo dei Pink Floyd a raggiungere il numero uno su entrambe le sponde dell’Atlantico. Oggi è considerato una delle opere più influenti della storia della musica contemporanea. I suoi temi - la fragilità umana, l’assenza, la tensione tra autenticità e industria - sono universalmente attuali. E la nuova edizione, con un suono così cristallino da far emergere strumenti quasi dimenticati, sembra restituire al disco quella luminosità inedita che i fan aspettavano da tempo. (di Federica Mochi)

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