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Caso Vannacci, per il generale sospensione disciplinare per 11 mesi

28 febbraio 2024 | 08.54
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La sanzione, spiega all'Adnkronos il legale del generale, "stigmatizza le circostanze della pubblicazione del libro 'Il mondo al contrario'". Salvini: "Siamo al ridicolo". Crosetto: "Procedimento di mesi fa, non c'è nulla a orologeria"

Il generale Vannacci - Fotogramma
Il generale Vannacci - Fotogramma

Sospensione disciplinare dall'impiego per 11 mesi, ‘con conseguente uguale detrazione di anzianità e dimezzamento dello stipendio’. È la sanzione applicata dal Ministro della difesa Guido Crosetto al generale Roberto Vannacci, in esito al procedimento disciplinare di stato, avviato lo scorso 30 ottobre. Lo rende noto all’Adnkronos l’avvocato dell’ufficiale, Giorgio Carta, che spiega: "La sanzione stigmatizza le circostanze della pubblicazione del libro ‘Il mondo al contrario’ che avrebbe asseritamente denotato ‘carenza del senso di responsabilità’ e determinato una ‘lesione al principio di neutralità/terzietà della Forza Armata’, ‘compromettendo il prestigio e la reputazione dell'Amministrazione di appartenenza e ingenerando possibili effetti emulativi dirompenti e divisivi nell'ambito della compagine militare’”.

Contro il provvedimento, il legale ha annunciato “immediato ricorso al Tar Lazio”, con richiesta di sospensiva, rivelandone il contrasto con il diritto alla libera manifestazione del pensiero garantito a tutti i cittadini, compresi i militari.

Il pm di Roma acquisirà il provvedimento disciplinare

Il provvedimento disciplinare verrà acquisito dalla Procura di Roma. L’acquisizione, che riguarderà anche il libro ‘Il mondo al contrario’, avverrà nell’ambito del fascicolo aperto a piazzale Clodio e coordinato dal pm Erminio Amelio, dopo le denunce presentate da alcune associazioni, nel quale si procede per istigazione all’odio razziale. In una delle denunce finite all’attenzione dei magistrati capitolini, presentata da un’associazione, si fa riferimento in particolare ad alcuni passaggi del libro in cui vengono definiti “non normali” gli omosessuali e a un racconto relativo a persone di colore a Parigi.

Difesa: "Procedimento disciplinare nel pieno rispetto delle norme"

Il procedimento disciplinare nei confronti del generale Roberto Vannacci "è nel pieno rispetto delle norme" e le sanzioni disciplinari non ne compromettono il diritto all'eventuale candidatura. Così una nota del ministero della Difesa in merito alla sospensione per 11 mesi inflitta al generale Vannacci. "Il personale militare, per il suo status e la sua funzione - si legge nella nota del ministero della Difesa - è soggetto al rispetto delle norme del Codice dell'Ordinamento Militare e del Testo Unico regolamentare (nei quali è confluito il vecchio Regolamento di disciplina), che stabiliscono anche le possibili sanzioni in caso di violazioni. Le sanzioni di stato, in particolare, ove ne ricorrano le condizioni, sono irrogate per tutto il personale militare: dal Direttore Generale per il Personale Militare, su delega del Ministro della Difesa, fino al grado di Generale di Brigata incluso; ⁠direttamente dal Ministro della Difesa, ai Generali di Divisione e di Corpo d’Armata (e gradi equivalenti)".

"In caso di eventi di particolare gravità o risonanza mediatica, potenzialmente lesivi dell’immagine delle Forze Armate - si legge ancora - l’autorità competente può disporre, nell’immediatezza dell’evento, l’effettuazione di un’inchiesta sommaria per accertarne le cause, adottare le misure correttive di carattere organizzativo tese ad evitare il ripetersi dell’evento e dare l’avvio a procedimenti rivolti a individuare eventuali responsabilità penali, disciplinari e amministrative".

"Nel caso degli Ufficiali Generali di grado più elevato, l’autorità competente è il Capo di Stato Maggiore della rispettiva Forza Armata. L’inchiesta sommaria è stata disposta dal Capo di Stato maggiore dell’Esercito, Gen. C.A. Pietro Serino, il 18.08.2023, con contestuale nomina dell’Ufficiale inquirente, il Gen. C.A. Carlo Lamanna. Ove da tale inchiesta - spiega ancora la nota - emergano possibili responsabilità, lo stesso Vertice della Forza Armata propone al Ministro di disporre una inchiesta formale, tesa ad accertare la fondatezza (o meno) degli addebiti. L’inchiesta sommaria si è conclusa il 16.10.2023 e, a seguito della stessa, il 30.10.2023, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ha proposto al Ministro della Difesa, per il tramite del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Amm. Giuseppe Cavo Dragone, di procedere con una inchiesta formale disciplinare. L’1.12.2023 il Ministro della Difesa ha disposto l’avvio dell’inchiesta formale disciplinare, nominando quale Ufficiale Inquirente il Gen. C.A. Mauro D’Ubaldi".

"L'inchiesta formale, conclusa il 15.02.2024 con una relazione finale dettagliata che ha stabilito la fondatezza degli addebiti, è stata inviata nella stessa data al Ministro della Difesa, il quale, dopo un ulteriore vaglio del suo staff, basato su quanto stabilito dal quadro normativo, ha decretato la sanzione del militare. Il 27.02.2024 è stata notificata al Generale di Divisione Roberto Vannacci la sanzione della 'Sospensione disciplinare dall’impiego per 11 mesi'. - precisa la nota -. La natura e l'entità della sanzione, lungi dall'essere arbitrarie, possono includere nei casi più gravi, il deferimento alla commissione di disciplina per l'eventuale perdita del grado. L’entità delle sanzioni disciplinari è determinata sulla base degli addebiti, del grado rivestito (più elevata per i gradi più alti), delle responsabilità connesse con la posizione e del danno arrecato all'istituzione".

"Giova infine ricordare che: l'intera istruttoria è scandita da una precisa tempistica, che impone alle parti (tutte) un rigoroso rispetto dei tempi ed è condotta in contraddittorio con il militare inquisito, che può avvalersi di un militare difensore e, se lo desidera, di un legale di fiducia; le sanzioni disciplinari di stato non compromettono in alcun modo i diritti civili e politici del militare sanzionato, ivi inclusa l’eventuale candidatura per le consultazioni elettorali di qualsiasi tipo", conclude la nota.

Salvini: "Un'inchiesta al giorno, siamo al ridicolo"

"Un'inchiesta al giorno, siamo al ridicolo, quanta paura fa il generale? Viva la libertà di pensiero e di parola, viva le Forze Armate e le Forze dell'Ordine, viva uomini e donne che ogni giorno difendono l'onore, la libertà e la sicurezza degli Italiani", scrive intanto su X il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, dopo la sospensione dall'incarico del generale Vannacci decisa dalla Difesa.

Crosetto: "Parole Salvini? Non c'è nulla a orologeria"

Sulla sospensione del generale Vannacci, dice all'Adnkronos il ministro della Difesa Guido Crosetto, "non c'è nulla 'a orologeria'". E' un'inchiesta iniziata mesi fa. Sono automatismi tecnici che non riguardano neanche la parte decisoria politica. "Parliamo di procedimenti, partiti mesi fa, e che avvengono in modo automatico e che sono totalmente esterni dall'input dell'autorità politica perché partono da un'autorità tecnica. Una volta che tutte le informazioni saranno disponibili, magari i commenti saranno più appropriati. Per quanto mi riguarda tra un po' finirò le guance da porgere".

Sgarbi: "Undici mesi di sospensione è fascismo"

La vicenda relativa al generale Vannacci è un crimine contro la libertà" dice all'Adnkronos è Vittorio Sgarbi. "Dovrebbe intervenire subito il Governo, per stabilire che l'Esercito non può avere uno Stato di polizia che proibisce la libertà di opinione e anche la libertà di scorrettezza". "Sono tutte forme di restrizione molto gravi alla libertà più elementari e fondamentali", tuona l'ex sottosegretario alla Cultura del governo Meloni. Che sottolinea: "Se la sanzione mi abbia sorpreso? Certo che sì, 11 mesi di sospensione per scrivere un libro è fascismo -scandisce Sgarbi-. Siamo in pieno fascismo: non politico, ma è quel moralismo che porta a decisioni così inquietanti. Ci vuole un organo di controllo, perché è una cosa assurda".

(di Silvia Mancinelli)

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