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L'allarme del Procuratore Musti: "Gela centro di spaccio droga"

Il Procuratore Lucia Musti
Il Procuratore Lucia Musti
25 gennaio 2024 | 16.42
LETTURA: 3 minuti

Il territorio di Gela "centro di spaccio della droga", ma anche "luogo di deposito e di transito della sostanza stupefacente", dalla marijuana alla cocaina. Non solo. Aumentano anche le armi ritrovate anche nelle abitazioni degli spacciatori, con un nuovo fenomeno: c'è chi le armi se le costruisce da solo. Con un fai da te, realizzando armi "sfuggite alle immatricolazioni". A lanciare l'allarme, in una intervista all'Adnkronos, è il Procuratore facente funzione di Gela (Caltanissetta) Lucia Musti, dopo le ultime due operazioni che hanno portato all'arresto di 4 persone. Tre a Niscemi e una a Gela, con il sequestro di marijuana e cocaina. Lucia Musti è arrivata a Gela, da facente funzione, il 4 agosto del 2023 per sei mesi. Ma alla scadenza dei sei mesi previsti, il Csm ha deciso, nei giorni scorsi, di prorogare per altri sei mesi l'incarico, dato anche "l'elevato tasso di densità criminale del territorio, anche di tipo mafioso".

Quello della droga "è un allarme ben fondato", spiega il Procuratore Musti. "E questo ha giustificato l'intensificarsi delle operazioni per colpire il fenomeno, portando a casa questi risultati, mai a questi livelli. Sono due classici casi di interventi della Polizia di Stato, in questo caso, che procede al sequestro, alla perquisizione e all'arresto in flagranza di reato. Il primo approccio è quello delle forze dell'ordine". "Ma non c'è solo un allarme droga, c'è anche un problema relativo alle armi. Dal punto di vista statistico è altissima la probabilità che quando si va a casa di un cittadino gelese, nel territorio, spesso noi troviamo armi detenute illegalmente, armi clandestine, con matricole abrase. Fucili a canne mozze, una quantità enorme di bossoli e cartucce".

"E colpisce anche che si muniscano ci impianti di videosorveglianza, proprio così. Evidentemente- avverte il magistrato - vogliono anche controllare chi entra e chi esce, a tutela degli ambienti nella loro disponibilità. A volte abbiamo trovato anche armi che vengono costruite, e che quindi sfuggono alla immatricolazione". L'arma fai da te, insomma.

Anche Piantedosi ha postato gli arresti di Niscemi sui social

A Niscemi, come ha anche sottolineato in un post pubblicato sui social, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, gli agenti, notando dei movimenti sospetti, hanno eseguito delle perquisizioni che hanno consentito di trovare e sequestrare 28 kg di marijuana, suddivisa in venticinque confezioni, di cui ventidue termosaldate. La droga era nascosta all’interno dei telai delle porte. Dopo l’udienza di convalida, il gip presso il tribunale di Gela, accogliendo le richieste della Procura, ha applicato ai tre indagati la custodia cautelare in carcere. La droga, una volta immessa sul mercato, avrebbe fruttato oltre 200mila euro. Mentre a Gela, la Squadra Mobile nissena e il Commissariato di Polizia di Stato, hanno arrestato un uomo per detenzione di quasi un chilo di cocaina e un fucile con canne mozzate, oltre a munizioni di varia tipologia. L’indagine, condotta dagli uffici investigativi della Polizia di Stato, si è concentrata su un garage a Gela, luogo di un sospetto via vai. Durante il servizio di appostamento, i poliziotti hanno fermato un pregiudicato mentre entrava nel locale, procedendo con la perquisizione personale. Trovati oltre cento grammi di cocaina nelle tasche dell’uomo, i poliziotti hanno esteso la perquisizione al garage. Nascosti in vari anfratti dell’immobile, sono stati scoperti altri involucri contenenti polvere bianca per oltre 800 grammi e sequestrato un fucile con canne mozzate, segno della pericolosità dell’arma. Inoltre, sono state rinvenute munizioni di vario calibro, indicando la pericolosità dell’indagato.

"Nello stesso giorno - dice il Procuratore Musti - abbiamo portato a casa un quantitativo ingente di sostanza stupefacente che non si ricorda in altra occasione a Gela. All'intervento del Commissariato di Niscemi, lodato anche dal ministro Piantedosi, si aggiunge, dunque, un altro sequestro importante". "Entrambi i personaggi coinvolti nelle operazioni, tre di Niscemi e questo signore gelese, avevano il materiale utile per tagliare, pesare, confezionare e quindi vuol dire che anche l'allarme lanciato più volte dai medi locali e dalla Procura, unitamente alle forze dell'ordine di Gela, come centro rilevante di spaccio sicuramente nella provincia di Caltanissetta, esiste ed è concreto". "Simili quantitativi inducono a ritenere che Gela sia anche un luogo di deposito e transito della droga, oltre che di spaccio - dice il Procuratore - La quantità è talmente tanta che potrebbe essere luogo deposito e inquieta anche perché sul territorio insistono insediamenti mafiosi". (di Elvira Terranova)

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