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Simone Uggetti, l'ex sindaco Lodi assolto in appello bis: "Dopo 7 anni non è buona giustizia"

In lacrime dopo la sentenza di assoluzione dall'accusa di turbativa d'asta in un bando per la gestione delle piscine estive: "Sono stati anni di sofferenza incredibile"

L'ex sindaco di Lodi Simone Uggetti con  l'avvocato Cristiano Marini e il vicesegretario del Comune di Lodi, Giuseppe Demuro. Foto Adnkronos
L'ex sindaco di Lodi Simone Uggetti con l'avvocato Cristiano Marini e il vicesegretario del Comune di Lodi, Giuseppe Demuro. Foto Adnkronos
20 giugno 2023 | 17.09
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Si chiude con un'assoluzione, dopo oltre sette anni e quattro processi, l'iter giudiziario per turbativa d'asta dell'ex sindaco di Lodi Simone Uggetti. "Siamo felici e sollevati dell'esito, ma una giustizia che arriva così tardi non è necessariamente una buona giustizia e un buon servizio per i cittadini", il commento a caldo dell'ex primo cittadino, dopo che la terza sezione penale della corte d’appello di Milano lo ha assolto, ritenendo lui e i coimputati Cristiano Marini e Giuseppe Demuro "non punibili" per la "particolare tenuità del fatto". Una decisione nel merito che non potrà essere impugnata dal pg Massimo Gaballo.

Uggetti, oggi 49enne, viene arrestato il 3 maggio 2016, tre anni dopo l'elezione a sindaco, con l'accusa di turbativa d'asta secondo cui avrebbe manipolato un bando da 5mila euro per la gestione delle piscine estive. La custodia cautelare in carcere viene convalidata dal gip "per il pericolo di reiterazione del reato, ma soprattutto per l'alto rischio di inquinamento probatorio". Condotto a San Vittore, l'allora primo cittadino ci resta per undici giorni, suscitando grande clamore mediatico e polemiche politiche, nel pieno della campagna elettorale per le amministrative.

Condannato a dieci mesi di reclusione e 300 euro di multa in primo grado dal tribunale di Lodi il 29 novembre 2019, Uggetti - difeso dagli avvocati Pietro Gabriele Roveda e Adriano Raffaelli - viene assolto una prima volta in secondo grado dalla corte d'appello di Milano il 25 maggio 2021. Una sentenza accolta, allora come oggi, con un pianto liberatorio. Numerose le reazioni politiche, prima fra tutte quella dell'allora ministro degli Esteri dell'M5s Luigi Di Maio, che chiede pubblicamente scusa all'ex sindaco Pd per la "gogna" subita. Passa meno di un anno e il 31 marzo 2022 la Cassazione annulla con rinvio la sentenza di assoluzione. L'iter processuale torna in corte d'appello a Milano, dove oggi si chiude, "dopo - ha evidenziato Uggetti - sette anni di sofferenza incredibile mia e delle altre persone che sono state coinvolte ingiustamente in questo processo".

Insieme a lui sono stati assolti anche i due coimputati, l’avvocato Cristiano Marini e il vicesegretario del Comune di Lodi, Giuseppe Demuro, a cui Uggetti si è stretto in un abbraccio commosso, subito dopo la lettura della sentenza. I tre sono stati ritenuti dalla corte "non punibili" per la "particolare tenuità del fatto" (art. 131 bis del codice penale). Una decisione nel merito che non potrà essere impugnata dal pg Massimo Gaballo.

Per Uggetti "la verità processuale è emersa dopo quella fattuale, già evidenziata nei procedenti gradi di giudizio", ovvero che "tutte le persone coinvolte in questo procedimento hanno solo ed esclusivamente agito per interesse pubblico". Questo perché "sin dall'inizio", nel maggio 2016, "c'è stato uno sbilanciamento" con l'arresto e la custodia in carcere, una misura cautelare "al di fuori di ogni criterio giuridico" che poi "ha profondamente compromesso l'inizio di questa lunga e tormentata maratona giudiziaria".

"Al di fuori del contesto emotivo, ci dev'essere una riflessione molto seria su un equilibrio tra diritto penale e responsabilità amministrativa", perché "non può essere che sindaci, assessori e anche funzionari abbiano il terrore della firma, il terrore del fare o del non fare" dice l'ex sindaco Pd di Lodi. "Ringrazio tutti i magistrati che si sono adoperati in questi quattro gradi di giudizio", ha detto Uggetti, condannato in primo grado dal tribunale di Lodi nel 2018 e assolto in secondo dalla corte di appello di Milano nel 2021. Sentenza poi annullata con rinvio dalla Cassazione lo scorso anno, prima dell'assoluzione definitiva decisa oggi in appello bis.

"Bisogna in maniera accurata e selettiva andare a colpire i malfattori, i corruttori, i concussori, quelli che commettono reati di peculato e malversazione, non chi, magari facendo anche degli errori come è umano, cerca di perseguire l'interesse pubblico. Questo dev'essere il barometro di un rapporto nuovo ed equilibrato tra giustizia e chi opera nell'amministrazione pubblica", ha concluso l'ex sindaco Dem.

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