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Vaccini, indagine: 83% italiani conosce antinfluenzale ma solo 1 su 3 l’ha fatto

07 novembre 2023 | 17.14
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Survey Iqvia: per il 50% è importante proteggersi dall’infezione, ma solo il 30% teme di contrarla

Vaccini, indagine: 83% italiani conosce antinfluenzale ma solo 1 su 3 l’ha fatto

Metà degli italiani ritiene importante proteggersi dall’influenza, anche se solo un terzo teme di esserne colpito in prima persona. Del resto l’83% degli connazionali conosce il vaccino antinfluenzale, ma il 72% non lo ha mai ricevuto. Sono questi i principali risultati dell’indagine "Il vaccino antinfluenzale: consapevolezza, credenze, comportamenti degli italiani" condotta da Iqvia e sostenuta da Viatris, presentata oggi in un evento a Milano. La survey - spiega una nota - si è svolta nei mesi scorsi su un campione di 1.000 persone tra i 18 e 59 anni, per fotografare la percezione, il livello di consapevolezza e i comportamenti in materia di vaccinazione antinfluenzale della popolazione adulta, fascia d’età che decide per la somministrazione in bimbi e fragili.

L’influenza è una malattia che colpisce circa 1 miliardo di persone al mondo ogni anno. Non sorprende che il 93% degli intervistati dichiari di averla contratta almeno una volta nella vita riconoscendone un impatto significativo su diversi aspetti: stato fisico (51%), gli impegni di tutti i giorni (47%), lavorativi e di studio (45%), interazioni sociali e il tempo libero (44%). "Le informazioni che costruiscono l’opinione in merito all’influenza sono la punta di un iceberg - afferma Giovanni Gabutti, coordinatore del Gruppo di Lavoro ‘Vaccini e politiche vaccinali‘ della Società italiana di Igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti) - mentre il reale ‘burden’ medico, sociale, economico di questo virus e tutte quelle che sono le sue conseguenze è fortemente sottostimato. L’influenza colpisce  ra i 40 e i 50 milioni di individui in Europa ogni anno, causando anche conseguenze gravi fino ad arrivare alla morte per 15.000/70.000 cittadini. Sebbene il 90% dei decessi si verifichi in over 65 - continua Gabutti - risulta fondamentale aumentare la conoscenza su questo virus fra i giovani e gli adulti, e rendere noti gli strumenti che abbiamo a disposizione per prevenire, prima che curare, la malattia, riconoscendo il valore che assume la prevenzione in questo contesto".

Sulle fonti di informazione, medici e farmacisti restano il riferimento. Il medico, in 1 caso su 2 è anche la persona da cui si effettua la prenotazione del vaccino e per il 56% anche la vaccinazione. Il ruolo del pediatra è riconosciuto dal 17% dei genitori di figli fra gli 0 e i 6 anni, mentre diminuisce (10%) tra i genitori di figli tra 7 e 14 anni. Il 16% di genitori con figli con meno di 6 anni ha vaccinato i propri bambini così come il 14% di genitori con figli dai 7 ai 14 anni. "Gli adulti consapevoli di oggi sono gli anziani consapevoli di domani - osserva Valeria Fava, responsabile del coordinamento delle politiche sanitarie di Cittadinanzattiva - Come associazione, siamo attivi, collaborando e promuovendo iniziative con realtà del territorio e nazionali, al fine di facilitare l’accesso alle informazioni utili e corrette per una cultura attenta alla prevenzione”.

Sebbene ci sia un alto livello di conoscenza rispetto alla vaccinazione antinfluenzale, sono poche le persone che si attivano per proteggersi (il 15% l’anno scorso). La barriera alla vaccinazione più rilevante è il mancato timore dell’influenza: quasi la metà di coloro che non si sono vaccinati l’anno scorso, sostiene di non prendere mai l’influenza o di prenderla in forma lieve che è possibile gestire in autonomia. Permane in un italiano su cinque un atteggiamento di incertezza nei confronti del vaccino. Fra le principali leve che potrebbero portare queste persone a vaccinarsi troviamo invece la volontà di proteggere sé stessi (29%), la volontà di tutelare gli altri (20%) e il desiderio di mantenere un controllo sulla propria vita senza che una malattia interferisca sugli impegni quotidiani (13%). Grazie a queste motivazioni, 1 persona su 5 che non ha effettuato il vaccino lo scorso autunno potrebbe farlo quest’anno.

Da alcuni anni il farmacista ha potuto assumere anche il ruolo di vaccinatore. Più della metà degli intervistati dichiara di avere una farmacia di fiducia e quasi il 60% sostiene di fidarsi altamente dei consigli del farmacista: il 40% sa che può fare l’antinfluenzale in farmacia e un terzo è molto interessato a questa possibilità, mentre il 25% di coloro che si sono vaccinati in passato dichiara di avere effettuato già la prenotazione del vaccino in questo luogo. "L’opportunità di farsi vaccinare contro l’influenza dal proprio farmacista di fiducia -  sottolinea Andrea Mandelli, presidente della Federazione ordini farmacisti italiani (Fofi) - può contribuire ad aumentare l’adesione all’immunizzazione per coloro che fino a questo momento non hanno pensato di vaccinarsi regolarmente. L’indagine conferma il forte rapporto fiduciario”. La farmacia è “un punto di riferimento affidabile e facilmente accessibile con un ruolo di primo piano nelle reti per la prevenzione sul territorio” .

L’impegno per la diffusione della vaccinazione antinfluenzale è una priorità per Viatris. “Riteniamo che la diffusione della vaccinazione antinfluenzale in tutte le fasce della popolazione  - commenta Fabio Torriglia, Country Manager di ViatrisS Italia - sia fondamentale per tutelare maggiormente la salute dell’intera comunità e soprattutto dei più vulnerabili: è anche attraverso un più ampio accesso all’immunizzazione che vogliamo contribuire alla realizzazione della nostra mission di consentire alle persone nel mondo di vivere una vita più sana in ogni sua fase. E’ per noi cruciale collaborare con tutti gli interlocutori del sistema salute al fine di garantire alle persone un più facile e intuitivo accesso sia alle informazioni corrette sia alla vaccinazione. E’ proprio grazie al lavoro congiunto con istituzioni, associazioni, società scientifiche e professionisti della salute - conclude - che possiamo avere un impatto concreto sulla salute pubblica e supportare la sostenibilità del sistema sanitario”.

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