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Sostenibilità: Vittori (Enea), materie prime strategiche? Da sfida a opportunità/Focus

Dall'Ue una lista di venti materiali /Video. Vittori (Enea) all'Adnkronos: "Sono sostanze non energetiche né alimentari che servono all'industria manifatturiera per produrre numerosi beni". L'Unione europea punta sulla sostenibilità e sul riciclo /Speciale

(Infophoto)
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13 febbraio 2015 | 12.58
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"Trasformare una sfida in opportunità" (Video). La sfida, italiana ed europea, è quella del reperimento delle materie prime strategiche. E Marco Vittori, responsabile dell'unità tecnica 'Tecnologie dei Materiali' dell'Enea, è ottimista. Ma cosa sono le materie prime strategiche? "Sono materie prime non energetiche e non alimentari, né petrolio né cibo dunque, che servono all'industria manifatturiera per produrre numerosi beni", spiega all'Adnkronos Vittori /Speciale.

Questi materiali sono essenziali, ad esempio, per produrre oggetti come telefoni cellulari, cavi di fibre ottiche, celle fotovoltaiche, turbine eoliche, rivelatori all'infrarosso, leghe leggere in alluminio. Già nel 2010 la Commissione europea aveva segnalato l'esigenza di interventi e individuato 14 materie prime strategiche. Tre anni più tardi l'elenco è stato portato a 20: Antimonio, Berillio, Borati, Cromo, Cobalto, Coke, Spatofluoro, Gallio, Germanio, Indio, Magnesite, Magnesio, Grafite naturale, Niobio, Metalli del gruppo del platino, Roccia fosfatica, Terre rare pesanti, Terre rare leggere, Silicio metallico, Tungsteno.

Ma, spiega l'esperto dell'Enea, si tratta di "una lista dinamica" che "dipende dallo sviluppo tecnologico e anche dalla fornitura di queste materie: dove sono le miniere, chi le possiede, quanto è raro un elemento nella crosta terrestre".

Al consorzio RawMatTERS il bando europeo da 2 mld

Da qui il problema dell'approvvigionamento che riguarda l'Italia e, più in generale, l'Europa. "Il problema è sorto 7-8 anni fa quando improvvisamente alcune materie prime strategiche hanno decuplicato il loro prezzo, questo è suonato come un campanello d'allarme", racconta Vittori.

"Così l'Europa ha messo in piedi una serie di strategie tra le quali c'è la messa in opera di una 'Comunità della conoscenza e dell'innovazione' (Kic - Knowledge and Innovation Community): si tratta di reti di laboratori, imprese, università che si consorziano per affrontare in maniera integrata un problema con un forte supporto dell'Istituto Europeo per la Tecnologia e l'Innovazione (Eit) di Budapest".

Ad aggiudicarsi il bando promosso dall'Istituto, un progetto da 2 miliardi di euro per creare 50 start up e 10mila posti di lavoro nel settore appunto delle materie prime strategiche, è stato, nelle scorse settimane, il consorzio internazionale RawMatTERS, al quale partecipa Enea insieme ad alcune università e industrie nazionali. Una vittoria importante per le prospettive di sviluppo che offre in termini di innovazione e occupazione.

nuove professionalità e innovazione per creare opportunità di lavoro

"L'obiettivo è ambizioso - spiega Vittori - trasformare una sfida in un'opportunità. Abbiamo questo problema grosso delle materie prime, l'obiettivo è affrontarlo con nuove professionalità e con una forte innovazione nel processo industriale in modo che possa diventare un'opportunità di lavoro per i giovani".

"La Kic - sottolinea - non si occuperà di ricerca in quanto tale ma di formazione di nuove professionalità in un processo integrato a livello europeo: i ragazzi che parteciperanno a questi corsi avranno un percorso itinerante in tutti i Paesi che rientrano nella Comunità". Così "nuove tecniche di riciclo e di scavo, materiali sostitutivi verranno commercializzati e industrializzati attraverso questo processo".

Il consorzio RawMatTERS è composto da 20 paesi e oltre 100 partner. Per l'Italia, oltre alla capofila Enea, sono coinvolti Trento Rise, Aster, Marangoni, le Università di Padova e di Milano Bicocca e, come partner associati, Pirelli Tyre, Politecnico di Milano, Zanardi Fonderie, 16 partner a progetto, principalmente Pmi di Italia, Spagna e Malta, 15 partner di supporto fra i quali Unioncamere, Regioni Lazio e Lombardia e il Ministero dello Sviluppo Economico. Le attività partiranno da gennaio 2016 per una durata di sette anni, fino al 2022. Il polo di riferimento del progetto per il Sud Europa sarà in Italia, presso il Centro Ricerche Casaccia dell'Enea a Roma.

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