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Violenza su donne, Belloni (Rea): "Previsti nuovi progetti per il 2024"

La presidente dell'associazione: "Portiamo queste tematiche nelle scuole e nelle aziende"

Violenza su donne, Belloni (Rea):
25 novembre 2023 | 16.41
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“Rea si occupa di prevenzione della violenza contro le donne e di lotta alla violenza di genere, oltre a lavorare con le aziende su questi temi. Nel 2024 l’associazione porterà avanti altri progetti anche all’interno delle scuole e collaborerà con l'università statale su un’ indagine di provvedimenti giudiziari che riguardano l'allontanamento dei bambini dal genitore affidatario e il collocamento dei bambini in comunità. Nell’ ipotesi in cui siano state denunciate delle condotte violente, verranno raccolti provvedimenti del tribunale ordinario di Milano e del tribunale per i minorenni, per svolgere un'indagine accurata proprio su questa materia”. Lo ha detto Silvia Belloni, presidente dell’Associazione Rea-Reagire alla violenza, in occasione del terzo evento “Io mi oppongo”, progetto di orientamento contro la violenza di genere ideato da Rea - Reagire alla violenza, l’associazione che promuove iniziative di informazione e sensibilizzazione per prevenire la violenza di genere, le discriminazioni e le molestie in ogni ambito della vita, per le aziende, a cui Volvo Groups Italia riconferma la propria adesione.

L’espressione a cui è legato il titolo dell’iniziativa si riferisce volutamente al linguaggio legale, con l’obiettivo di stimolare una cultura giuridica su questi temi. Rea nasce dal costante impegno di Silvia Belloni, Pina Picierno e Maria Silvia Sacchi, con il supporto di Daniela Poggio, riguardo al tema della lotta contro la violenza sulle donne e sui minori. Lo spazio creato ad hoc dall’associazione si pone l’obiettivo di analizzare, discutere ed educare aperto a tutti gli attori della società. Guarda alle aziende per il ruolo che svolgono nella vita delle persone in quanto datrici di lavoro e luoghi di formazione di cultura.

La presidente di Rea, ha illustrato, durante l’evento, il concetto di stereotipo, attraverso l’immagine di una piramide sulla cultura dello stupro, che fin dalle fondamenta fa capire come i comportamenti alla base della piramide sorreggono quelli che si trovano in cima: “Partiamo dalle battute degli spogliatoi. Nello scorso incontro abbiamo parlato delle molestie definite da molte come battute goliardiche, ma se promuoviamo questo andiamo a normalizzare situazioni che diventano più aggressive e violente ed è così che si costruisce questa piramide dalle varie condotte fino ad arrivare a quelle mortali. Se noi riuscissimo a smontare questa piramide e a far crollare le fondamenta contestando ed evitando la normalizzazione degli atteggiamenti alla base, con il tempo si svolgerebbe una battaglia contro la violenza di genere”.

Con il progetto ‘’Mi Oppongo’’ si vuole promuovere la cultura del rispetto anche all’interno delle scuole. A tal proposito, in Ottobre, ha preso avvio al liceo Parini di Milano il progetto pilota che vede coinvolti gli studenti. Due avvocati, nel corso di due incontri con gli alunni, hanno spiegato cosa costituisce reato, la cultura del rispetto, il peso delle parole usate e altre tematiche affini. Dopo il successo di questo progetto pilota, l’associazione ha già in mente nuovi piani che vedono nuovamente protagonisti i giovani: “A Rea interessa molto il punto di vista dei ragazzi sulla violenza di genere, infatti, stiamo realizzando un progetto, in collaborazione con un'altra grande multinazionale, che riesca a far comprendere la posizione degli studenti e delle studentesse italiane sulla violenza di genere”.

Belloni conclude lanciando, a nome dell’associazione, un messaggio a tutti i giovani che potrebbero trovarsi in una situazione di disagio: “Alle ragazze e ai ragazzi Rea vuole consigliare di confrontarsi sempre, di non rimanere in silenzio e di non avere paura di aprire un canale di comunicazione su qualsiasi tipologia di disagio che il ragazzo e la ragazza provi su queste tematiche o su altro. E’ importante che non appena una ragazza o un ragazzo percepisca comportamenti che provocano un fastidio, un disagio o una compromissione dei propri diritti, si confronti e chieda aiuto, attivando la rete di supporto”.

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