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Eruzione vulcano in Islanda, lo scrittore Pagani e il racconto della "tragedia scampata''

''Quattromila sfollati da Grindavík, ma nessun pericolo imminente per la popolazione''

Eruzione vulcano in Islanda, lo scrittore Pagani e il racconto della
19 dicembre 2023 | 14.17
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E' ''un cielo rosso sangue'' quello che Roberto Luigi Pagani vede dal balcone della sua casa di Reykjavik, venti chilometri in linea d'aria dall'eruzione del vulcano sulla penisola di Reykjanes, nel sud est dell'Islanda. Un misto di ''ansia ed emozione'' quello che racconta di provare il medievalista, tanto innamorato dell'Islanda da decidere di trasferircisi nel 2014 per ''studiarla e raccontarla''. Ad Adnkronos ora racconta di una tragedia scampata, perché ''proprio ieri le autorità stavano valutando di far rientrare gli abitanti di Grindavík, importante centro ittico che era stato completamente evacuato da settimane''. Un villaggio di pescatori ora distrutto dalle scosse di terremoto e dall'attività eruttiva, con ''quattromila sfollati che hanno perso la casa'', ma sono tutti illesi.

Scrittore e autore della travel guide 'Iceland' per il National Geographic spiega che ''non c'è un pericolo immediato per la popolazione della capitale'' e nemmeno rischia di ripetersi il caos voli causato nell'aprile del 2010 dall'eruzione del vulcano islandese Eyjafjöll. A ridosso delle vacanze natalizie, quindi, ''il traffico aereo non dovrebbe essere impattato perché l'eruzione è avvenuta sotto un terreno lavico e non sotto il ghiaccio''. Quindi anche se ''il vulcano si trova vicino all'aeroporto internazionale'' la differenza fondamentale, indica, è che ''allora si trattava di un'eruzione di tipo esplosivo sotto una calotta glaciale'' e ''l'interazione tra ghiaccio e magma crea esplosioni di cenere che è pericolosa per gli aerei'', mentre questa volta ''è un'eruzione di tipo effusivo e non c'è ghiaccio o acqua a contatto con questa lava, quindi la lava sgorga senza produrre cenere''. Per cui ''gli aerei sorvolano il vulcano tranquillamente e atterrano, partono.. magari ci saranno ritardi perché la situazione va monitorata, ma non è un pericolo per i voli''.

Quello che potrà accadere, nel caso di una ''eruzione prolungata nel tempo e con emissioni significative è che venga invasa la strada che collega la capitale all'aeroporto''. Pagani spiega che ''nelle scorse settimane sono state valutate delle opzioni'' per rispondere a questa eventualità, tra cui ''affittare delle pompe dagli Stati Uniti per poter creare dei muri di lava che facciano deviare il corso in modo da risparmiare la strada''. Quindi ''ci sono diverse strategie, ma non è possibile prepararsi in anticipo con piani d'azione perché le variabili sono talmente tante da rendere impossibile prevedere le casistiche e inutile fare piani''. Certo è, hanno spiegato i geologi, ''l'eruzione attuale è molto potente, con una quantità di lava superiore come emissione al secondo rispetto alle eruzioni degli scorsi tre anni''. Per quelle si parlava di eruzioni ''turistiche perché non esplosive e non pericolose''.

Questa volta è diverso, ''ieri sera alla televisione hanno ripetuto duecento volte alla popolazione di non avvicinarsi perché si era già creata una coda spaventosa di curiosi e hanno dovuto chiudere la strada dall'aeroporto'', spiega Pagani. Ma ''la situazione non è stabile per cui può rivelarsi pericolosa''. Originario di Cremona e già professore a contratto presso l'Háskóli Íslands, Pagani descrive il ''fatalismo ottimista degli islandesi'', che attendono di vedere l'evoluzione dell'eruzione, e delle autorità che ''non hanno un piano d'azione perché il vulcano non si può prevedere''. Prima dell'eruzione del vulcano, che si trova a ''soli due chilometri dal centro termale geotermico Blue Lagoon, c'è stata una corsa contro il tempo, il tentativo di completare gli sbarramenti per arginare un'eventuale colata lavica'', ma i piani sono andati all'aria, ''non è facile prepararsi in anticipo''.

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