cerca CERCA
Lunedì 29 Aprile 2024
Aggiornato: 13:26
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Usa, Silicon Valley in fuga da Trump e Gop

13 novembre 2023 | 13.34
LETTURA: 6 minuti

"Non ci interessa che bagno usano scolari transgender ma smantellamento regolamentazioni"

Usa, Silicon Valley in fuga da Trump e Gop

I tycoon della Silicon Valley che avevano sostenuto Donald Trump alle elezioni del 2016 hanno abbandonato l'ex Presidente in vista dell'avvio del lungo processo elettorale. Ma non solo: diversi esponenti di spicco del mondo dell'It si sono allontanati anche dal Partito repubblicano, giudicato oramai troppo ideologizzato ed estremista nel suo insieme, alla ricerca di un candidato più allineato con la loro agenda pragmatica e orientata al business o, anche, come nel caso di Peter Thiel, hanno deciso di tenersi fuori dalla mischia alle elezioni del 2024, scrive il Washington Post, citando la testimonianza di una decina di persone.

"E' in atto ora un massiccio disallineamento fra chi partecipa ai caucus e vota alle primarie e chi invece firma i ricchi assegni per i super Pac. Non ce ne frega niente del bagno che usano i bambini transgender. Ma ci interessa che vengano smantellate le regolamentazioni", ha riassunto, in una intervista al Washington Post, un consigliere politico dei grandi donatori di destra della Silicon Valley, riferendosi al lungo dibattito politico sul riconoscimento dei diritti delle minoranze, la cosiddetta cultura woke e la sua ricaduta nella gestione della cosa pubblica.

La nuova ambivalenza politica fra i tycoon della tecnologia va ben oltre il disamore per l'ex Presidente, abbandonato da molti di loro dopo l'assalto al Campidoglio del sei gennaio del 2021. Diversi esponenti della Silicon Valley ora criticano il Gop per aver ecceduto su temi divisivi come quello sui diritti transgender e dell'aborto, a discapito dell'unico che davvero interessa loro, una deregolamentazione radicale, in particolare sul fronte dell'AI e delle criptovalute. Trump e il partito non sono più considerati i campioni dell'ultracapitalismo, in grado di lasciare ai tycoon mani libere. Nel caso dell'ex Presidente, pesa troppo la sua incostanza, i suoi guai giudiziari. Per il resto del partito, la deriva che la politica polarizzata ha preso in ragione anche del suo successo, quantomeno in termini di clickbait. E' necessario quindi cercare nuove sponde politiche per proteggere l'industria.

L'allontanamento da Trump, si porta dietro, come nel caso del magnate David Sacks, l'allontanamento dal Gop tout court. Sacks è stato uno dei grandi sostenitori di DeSantis. Ha sponsorizzato il lancio della sua campagna per le presidenziali su X la scorsa primavera. Ma negli ultimi mesi, i rapporti con DeSantis si sono raffreddati e Sakcs ha puntato con una svolta improvvisa su Vivel Ramaswamy, candidato alle primarie del Gop, e Roberrt Kennedy, che allora si era presentato come democratico (ora è indipendente).

Lo scorso anno, Thiel aveva ricevuto una chiamata dall'esponente della destra Ann Coulter, che gli chiedeva di sostenere il governatore della Florida pronto a candidarsi per la corsa alla Casa Bianca. E non è stata l'unica. Le pressioni nei confronti di Thiel sono andati avanti fino allo scoro aprile. Quando lo ha chiamato direttamente Trump, per chiedergli direttamente il suo sostegno che, in una conversazione tesa, gli è stato negato. Thiel ha deciso di chiamarsi fuori, e il suo allontanamento dall'ex Presidente coincide con una presa di distanza anche dal partito.

L'orientamento della Valley era tradizionalmente liberale. Dalla forza lavoro degli ingegneri ai ricchissimi 'venture capitalists'. L'Amministrazione Obama aveva valorizzato il settore, considerato come una alternativa più sana a Wall Street e ai disastri innescati dal crollo della Lehman. L'ex presidente di Google Eric Schmidt aveva stretti legami con l'Amministrazione.

Ma quando si è presentato Trump, un gruppo ristretto, ma influente, di investitori si è gettato nelle sue braccia. Thiel aveva donato 1,25 milioni di dollari alla prima campagna del tycoon newyorkese. Alla convention del partito repubblicano del 2016 aveva annunciato il suo orgoglio di essere allo stesso tempo conservatore e gay. Poi, nel 2022 aveva sostenuto il candidato al Senato Blake Masters anche se questi si era opposto al pronunciamento della Corte suprema in favore del matrimonio fra coppie gay (Thiel è sposato a un uomo). Per questo era stato fortemente criticato nel suo ambiente, con pressioni che hanno forse contribuito all'avvio di una riflessione più approfondita sulla cultura politica della destra.

L'investitore Doug Leone, che ha un patrimonio di 6,8 miliardi di dollari accumulato grazie al suo sostegno alle emergenti Apple, PayPal, Google e Whatsapp, aveva donato più di 200mila dollari in favore di Trump e a gruppi di sostegno a Trump nel 2019, premiato poi con un posto nella task force per la ripresa economica post pandemia. La sua posizone era legato alla convinzione che avrebbe tagliato i vincoli burocratici e attaccato le imprese tradizionali arroccate in trincea, per fare spazio alle new entry della Valley. Ma poi Trump si è anche messo ad attaccare il potere di TikTok, quando il fondo Sequoia di Leone ha investito molto nella compagnia da cui il social dipende, ByteDance. All'inizio dell'anno Leone, che si era allontanato da Trump dopo le elezioni del 2020, ha donato due milioni di dollari al super Pac che sostiene la candidatura di DeSantis.

Il fondatore della Sun Microsystems, Scott McNealy, e la moglie, Susan, avevano versato più di 500.000 dollari a Trump dalla sua campagna elettorale per le elezioni del 2016. Sono rimasti accanto all'ex Presidente: nel 2019 avevano appoggiato la sua nuova campagna elettorale con una festa, a inviti da 100mila dollari, nella loro residenza della Silicon Valley. L'unica donazione di McNealy quest'anno è stata di 6.600 dollari al governatore del Nord Dakota Dough Bargum, suo ex compagno di università a Sanford in corsa alle primarie repubblicane.

Sempre nel 2019, il cofondatore e presidente della Oracle Larry Ellison aveva prestato a Trump la sua proprietà nel sud della California per un evento per la raccolta di fondi. Ora è uno dei principali donatori in sostegno del senatore Tim Scott, candidato alle primarie repubblicane. E ha fatto trapelare di considerare una recente telefonata con la campagna di Trump solo come un atto di cortesia, privo di risultati e che non avrà seguito.

Il genero di Trump Jared Kushner e i fratello Josh, che è democratico, avevano una robusta rete di relazioni nella Silicon Valley, anche con il Founder Fund di Thiel e il Sequoia di Leone. Ma a prevalere ora nella Valley sulle relazoni, è la delusione. "Il problema di Trump è la sua mancanza di disciplina e il suo carattere che hanno sabotato i cambiamenti politici. Invece che eseguire senza sosta, ha provocato caos e disordine che hanno interferito con la sua agenda", commenta Keith Rabois, partner del Founders Fund e donatore del Gop, ma mai di Trump.

Le cose non vanno meglio neanche per DeSantis. Sacks e l'investitore Joe Lonsdale, a lungo un protegé di Thiel, avevano organizzato un evento per la raccolta di fondi in favore del governatore della Florida in California lo scorso settembre a cui Lonsdale poi non si è presentato. Il giorno dopo Sacks ha organizzato un altro evento, da 50mila dollari a biglietto, per Ramaswamy, aggiunto all'ultimo minuto. Se in un primo momento la guerra di DeSantis con la Walt Disney, in nome della politica woke, avevano interessato i tycoon contrari al debordare della cultura schierata con i diritti delle minoranze, l'aria è cambiata. Portano forse consenso nel nuovo mondo polarizzato ed estremista, ma sono una distrazione.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza