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Nucleare: il modello d'Oltralpe, in esercizio dal 1992/Focus

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07 agosto 2015 | 17.02
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Il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi in Europa ha esempi virtuosi che possono rappresentare un modello, in particolare in Francia, Paese che è stato oggetto anche di una missione della Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti che ha visitato il centro di stoccaggio de L'Aube, impianto in esercizio dal 1992, della capacità di un milione di metri cubi, gestito dall'Andra (Agence Nationale pour la gestion des déchets radioactifs).

Il deposito, è costituito da una serie di celle modulari in cemento armato dove vengono immessi, in strati successivi, i rifiuti condizionati all’interno di fusti metallici o di contenitori in cemento, poi chiuse con copertura in cemento, rivestite con materiale impermeabilizzante e quindi con terreno, garantendo così un elevato livello di radioprotezione.

L’entità dei rilasci liquidi e in atmosfera registrati dal deposito nel corso del 2013, sono stati, al più, di qualche percento (ma più spesso al di sotto dell’1%) del corrispondente limite di rilascio autorizzato e questo nonostante i dati siano relativi a un periodo in cui nel deposito de l’Aube erano già presenti circa 280mila metri cubi di rifiuti radioattivi, più di tre volte l’intera capacità prevista per il deposito nazionale da realizzare in Italia.

L'impatto radiologico risultante dal deposito de l’Aube sarebbe, in concreto, ampiamente compatibile con la norma italiana, molto più severa di quella francese.

Per quanto riguarda il rischio incidenti, nei rifiuti immessi nel deposito la radioattività è stabilizzata attraverso le operazioni di condizionamento e nei depositi non c'è comunque una concentrazione di energia sufficiente a causare una dispersione improvvisa di quantità significative di radioattività.

Gli incidenti (la caduta di un fusto durante la movimentazione, il malfunzionamento di uno strumento, il superamento del tempo di permanenza in un ambiente da parte di un operatore) vengono comunicati all'autorità di sicurezza che li classifica in base ad scala (Ines - International Nuclear Event Scale) a otto livelli, dallo zero (eventi di nessuna importanza per la sicurezza) al sette (incidenti più gravi, come Chernobyl e Fukushima).

E' a partire dal livello cinque gli incidenti comportano rischi per la popolazione. Quelli avvenuti nel deposito francese finora sono stati tutti classificati al livello uno o, più spesso, zero.

Per quanto riguarda i rifiuti ad alta attività, in Francia sono conservati negli stessi impianti che li produce, in particolare nell’impianto di riprocessamento di La Hague, in Normandia (dove sono presenti anche i rifiuti prodotti dal riprocessamento di combustibile italiano). Per lo stoccaggio finale dei rifiuti ad alta attività è prevista la realizzazione, entro il 2025, di un deposito di tipo geologico, Cigéo (Centre industriel de stockage géologique).

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