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Nucleare: Realacci, per deposito nazionale serve dibattito trasparente /Focus

Il presidente della Commissione Ambiente alla Camera a proposito della localizzazione del sito: "Saranno necessarie competenza, trasparenza, credibilità delle istituzioni che sono chiamate a fare una scelta"

Ermete Realacci (Adnkronos)
Ermete Realacci (Adnkronos)
03 aprile 2015 | 13.32
LETTURA: 3 minuti

"Affidiamoci a criteri e a un dibattito trasparenti". Così all'Adnkronos Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente alla Camera, a proposito dei passaggi che porteranno alla localizzazione del sito che ospiterà il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi.

Il deposito sarà dedicato alla sistemazione definitiva di circa 75mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività e all'immagazzinamento, a titolo provvisorio, di circa 15mila metri cubi di rifiuti ad alta attività. Per Realacci si tratta di materiali che "vanno gestiti separatamente perché sono problemi diversi. I rifiuti ad alta attività richiedono tempi di gestione che fanno i conti con i millenni a volte con le decine di migliaia di anni".

Poi "se temporaneamente accade che questi rifiuti vengano gestiti in sicurezza, andrà fatto. Però è chiaro che la meta finale dei rifiuti ad alta attività deve essere ottenuta facendo un accordo con Paesi che hanno questo problema dieci, cento volte più di noi e che sono obbligati a gestirlo. Noi fortunatamente no". Avendo l'Italia "abbandonato il ciclo nucleare".

La Carta delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), ad ospitare il deposito, elaborata dalla Sogin, dopo la convalida dell'Ispra, è nelle mani dei ministeri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente che a breve dovranno dare l'ok alla pubblicazione. La struttura dovrà essere pronta nel 2024. Le procedure per la localizzazione del sito idoneo prevedono consultazioni pubbliche, avvisi sui quotidiani, coinvolgimento degli enti locali, manifestazioni di interesse spontanee.

Ma c'è il rischio che, mancando un'intesa, si arrivi a una forzatura? "Il rischio che sia difficile localizzarlo c'è, ma il rischio è tanto minore quanto più le procedure saranno trasparenti e affidabili - dice Realacci - Quindi il fatto che ci sia adesso un documento della Sogin che viene esaminato dall'Ispra è una precondizione. Dopodiché è necessario che ci sia un dibattito trasparente, bisogna anche avere coscienza del fatto che una parte di questi rifiuti hanno una pericolosità molto relativa. A volte si confondono le lastre radiologiche con rifiuti ad alta attività mentre una parte di questi rifiuti sono assolutamente gestibili e non sono più pericolosi di tanti scarti industriali molto più problematici". Quindi "saranno necessarie competenza, trasparenza, credibilità delle istituzioni che sono chiamate a fare una scelta".

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