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Danza, nasce a Monteplulciano Compagnia Cantiere, il debutto il 22 luglio

La giovane compagine ha al suo interno danzatori tra i 16 e i 19 anni, sul palco 'Reflection of mind' firmato dalla coreografa e regista polacca Kristina Paulin che rievoca la storia d'amore tra Amadeus (Mozart) e la moglie Constanze

I giovani danzatori della neonata Compagnia Cantiere Danza che debutta a Montepulciano il 22 luglio con 'Reflections of the mind' di Kristina Paulin
I giovani danzatori della neonata Compagnia Cantiere Danza che debutta a Montepulciano il 22 luglio con 'Reflections of the mind' di Kristina Paulin
12 luglio 2023 | 20.44
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Nasce la Compagnia Cantiere Danza, un progetto innovativo che per la prima volta in Italia raccoglie i talenti provenienti da diverse scuole di danza. Otto giovani di età compresa tra i 16 e i 19 anni, ancora in formazione, sono stati scelti e individuati dopo un’accurata giornata di audizioni che si è svolta il 20 maggio scorso al Teatro Poliziano di Montepulciano (Siena). Energie ed entusiasmo per la creazione di questa giovane compagnia - formata da Andrea Cheldi, Virginia D’Ancona, Giacomo Greco, Paolo Giovanni Grosso, Denise Martignon, Ester Papini, Vittoria Pennacchini e Tommaso Ruggeri - che debutterà nel prossimo 48esimo Cantiere Internazionale d'Arte.

La coreografia dal titolo 'Reflections of the mind' sarà interpretata dalle stelle del Balletto di Amburgo Silvia Azzoni e Oleksandr Ryabko ed è firmata dalla slovacca Kristina Paulin che, dopo una decennale esperienza al fianco di John Neumeier, è al suo debutto italiano per un lavoro a serata intera che verrà presentato in prima assoluta in Piazza Grande il 22 luglio e il 25 luglio all’interno del Festival Bolzano Danza che coproduce lo spettacolo. I giovani danzatori della compagnia sono affiancati dai solisti dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento con i violini di Marco Mandolini ed Elisabetta Fornaresio, la viola di Roberto Mendolicchio e il violoncello Elisabetta Branca.

Il coordinamento artistico di Azzurra Di Meco, ideatrice del progetto, incoraggia quindi un progetto 'cantieristico' che favorisce il confronto tra professionisti affermati e nuove generazioni. La residenza artistica si completerà in luglio, con l'obiettivo ambizioso di costruire una compagine stabile del Cantiere Internazionale d'Arte. Un ensemble fresco e vivace in cui verosimilmente sarà possibile scorgere i danzatori che fra qualche anno saranno scritturati da teatri e compagnie internazionali.

'Reflections of the mind' nasce dall’incontro magnetico fra queste diverse personalità. "Mi è piaciuta subito l'idea di lavorare con musicisti dal vivo e giovani ballerini emergenti. E' una meravigliosa opportunità sia per i ballerini che per me – spiega Kristina Paulin - poiché credo che entrambi possiamo imparare molto gli uni dagli altri. Sono entusiasta di far parte di questo progetto perché credo fermamente che coltivare la prossima generazione di ballerini significhi nutrire nell’essenza l'arte della danza". Reduce da un’importante commissione all’English National Ballet School e già conosciuta nei teatri d’opera e festival europei, Kristina Paulin a partire da un linguaggio di movimento classico vira su una qualità più fluida e contemporanea, sviluppando una natura prevalentemente narrativa.

'Reflections of the mind' si ispira alla vicenda personale di Wolfgang Amadeus Mozart affrontando anche l’aspetto più intimo e nascosto del suo rapporto sentimentale con la moglie Constanze, cugina fra l’altro del compositore Carl Maria Weber. La sfida è dunque quella di ritrarre la mente di un genio attraverso una sorta di viaggio all'interno di una vita di ispirazione, musica, note, passioni, paure, malattia. "In particolare a partire dal suo rapporto così potente e terreno ma allo stesso tempo così etereo e fragile con la moglie, la coreografia sottolinea il passaggio dal mondo reale attraversando la dimensione più ‘surreale’ nella mente del musicista di Salisburgo - spiega la coreografa - Mozart è da sempre uno dei miei compositori preferiti e ho usato molta della sua musica geniale per le mie creazioni".

"Era teneramente innamorato di Constanze che lo ha seguito e curato fino all’ultimo respiro- aggiunge- Ho letto la sua biografia e volevo fortemente dedicarmi a una creazione che rivelasse l’uomo e i suoi sentimenti rimescolando i momenti di una vita così densa specie negli ultimi preziosi anni in cui scrisse partiture e pagine sinfoniche di estrema bellezza". La scelta musicale dell’intera creazione riflette la dicotomia fra i due livelli drammaturgici. Le composizioni di Philip Glass si accostano alla parte astratta e surreale, ai ricordi fugaci, mentre la musica di Mozart si adagia sulle parti della coreografia più affini alla realtà. Così come avviene per i corpi. Ai due guests è affidato il ruolo dei protagonisti mentre l’ensemble dei giovani danzatori riverbera nei movimenti la dimensione più rarefatta e intangibile della narrazione.

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