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Siria: curdi, ancora 2.000 civili a Kobane, Is ricorre a attentati suicidi

Siria: curdi, ancora 2.000 civili a Kobane, Is ricorre a attentati suicidi
16 ottobre 2014 | 08.45
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Ci sono ancora circa duemila civili a Kobane, la città curda della Siria settentrionale assediata dai jihadisti dello Stato islamico (Is) da circa un mese. E' quanto riferisce Anwar Muslim, capo del governo locale di Kobane e fratello del leader delle Unità per la protezione del popolo (Ypg), Salih Muslim. All'agenzia turca Dogan, Muslim ha affermato che l'Is sta cercando di giocare la carta degli attentati suicidi, senza per ora ottenere i risultati sperati.

I miliziani curdi di Ypg hanno piazzato cecchini "quasi su ogni tetto" per impedire ai jihadisti di conquistare nuovi quartieri. La tattica dei curdi sembra dare i primi risultati, visto che molte fonti danno l'Is in ritirata, soprattutto a causa dei raid aerei della coalizione internazionale.

"L'Is sta cercando rompere la resistenza di Ypg con gli attentati suicidi - ha spiegato Anwar Muslim - ma tutti i suoi assalti sono stati finora respinti". "Ho fatto un appello - ha aggiunto Muslim a proposito delle condizioni dei civili rimasti a Kobane - affinché la comunità internazionale invii una delegazione per verificare la situazione sul posto. Dobbiamo lavorare insieme per proteggere i civili".

'Comunità internazionale ci invii armi'

Muslim ha quindi ribadito la presenza di civili in città, smentendo quanto affermato nei giorni scorsi dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, secondo il quale "solo Ypg e Is" sono rimasti a Kobane. "I combattenti di Ypg non sono gli unici a essere rimasti qui - ha detto - ci sono civili, funzionari di governo, ong".

"Ci sono ancora civili con le loro famiglie - ha proseguito Muslim - Abbiamo chiesto al governo turco di dare con urgenza a Kobane il sostegno necessario contro l'Is. Se lavoriamo fianco a fianco, riusciremo a respingere l'Is, sia da Kobane che dal confine turco".

Il dirigente curdo ha quindi confermato l'invio di armi dal leader curdo-iracheno Masoud Barzani, ma ha chiesto all'intera comunità internazionale di aiutare Ypg ad armarsi adeguatamente. "Dispongono solo di armi leggere - ha spiegato - mentre l'Is attacca con armi pesanti. Si riesce a fermarli solo dopo che sono stati colpiti da raid aerei".

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