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Siria: entrare nell'Is a 13 anni, il sogno di un aspirante jihadista

Il ragazzino racconta il suo progetto, fortemente sostenuto dalla madre che "si vergogna" degli altri figli impegnati in organizzazioni umanitarie. "Voglia che combatta e diventi un leader in futuro, un emiro"

Siria: entrare nell'Is a 13 anni, il sogno di un aspirante jihadista
06 novembre 2014 | 11.33
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Trascorre le sue giornate su Internet, a guardare video jihadisti e a chattare su Facebook con miliziani dello Stato Islamico (Is). Perché l'aspirazione di 'Abu Hattab', nato solo 13 anni fa in Siria e che ora vive nel sud della Turchia, è quello di unirsi all'Is e ''decapitare gli infedeli perché così ha detto Allah nel Corano''. Lo dice lui stesso alla Bbc, mostrandosi in abiti militari e volto coperto, mentre aspetta di essere convocato nelle prossime settimane dall'Is a Raqqa dopo essere stato addestrato l'anno scorso in un campo estremista del gruppo Sham al-Islam. Qui ha seguito lezioni di Sharia, la legge islamica, e imparato a usare le armi, racconta mostrando fotografie che lo ritraggono con mitragliatrici in pugno.

''Lo Stato Islamico mi piace perché rispetta la Sharia e uccide gli infedeli, i non sunniti e coloro che si sono convertiti dall'Islam'', racconta il giovane, che da piccolo sognava di diventare ''un pilota''. ''Le persone uccise dallo Stato Islamico sono agenti americani. Li dobbiamo decapitare perché lo ha detto Allah nel Corano'', aggiunge. All'inizio Abu Hattab non ha svelato la sua vera età ai jihadisti dell'Is, ''ma di recente gliel'ho detto e ora mi hanno ricontattato''. Diverse ong internazionali e locali hanno più volte denunciato l'uso di bambini soldato da parte dell'Is, ma anche di altri gruppi estremisti, tra cui il Fronte al-Nusra legato ad al-Qaeda che, secondo testimonianze dirette, offre ai miliziani più giovani 100 dollari al mese.

Si tratta ''infanzie perse'', denunciano le ong. Ma riferendosi alla sua giovane età, il tredicenne Abu Hattab dice che ''non voglio uscire con i miei amici e andare a divertirmi. Allah ci ha ordinato di lavorare e combattere per la vita che verrà, per il paradiso. Prima andavo al parco o al mare. Ma poi ho capito che sbagliavo e ho intrapreso la retta via''.

Il giovane vive insieme alla famiglia nel sud della Turchia, Paese che sarebbe disposto ad attaccare, come altri. ''La Gran Bretagna va attaccata in quanto fa parte della Nato ed è contro lo Stato Islamico - afferma - ma uccideremo solo chi se lo merita. Se mi chiedessero di attaccare la Turchia e mi dessero un ordine santo, io lo farei. Presto l'Occidente sarà finito''.

Anche la madre del giovane, Fatima, ammette di sostenere lo Stato Islamico e racconta di condurre una vita devota, trascorrendo molto del suo tempo a studiare il Corano. E' stata lei che l'anno scorso ha mandato suo figlio ad addestrarsi nel campo di Sham al-Islam, ma ''non l'ho mai incoraggiato ad aderire allo Stato Islamico'', dice. ''Condivido alcune loro teorie, ma non tutte. Credo comunque che siano venuti per aiutare il popolo siriano come invece non hanno fatto poteri malvagi nel mondo'', aggiunge.

''Non posso fermarlo se vuole combattere'', dice la donna a proposito delle aspirazioni del figlio. ''La guerra fa crescere velocemente i bambini. Voglio che diventi un leader in futuro, un emiro'', ammette, affermando che sarebbe ''felice'' se morisse combattendo per l'Is. ''Non sarei triste se dovesse uccidere occidentali. Mi vergogno che gli altri miei figli lavorano pacificamente per gruppi della società civile, devono imbracciare le armi'', sostiene la donna.

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