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E il vescovo di Reggio chiede di abolire i padrini: "Figure usate dalla 'ndrangheta"

La proposta di Morosini: "Aboliamoli per 10 anni". Mons. Galantino: "I sacerdoti non vanno lasciati soli". Don Riboldi ai malavitosi: "Lasciate stare i sacramenti". Mons. Bregantini: "Siano i catechisti a fare da padrini". Don Patriciello: "Servono indicazioni forti da parte della Cei"

E il vescovo di Reggio chiede di abolire i padrini:
30 giugno 2014 | 12.17
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La Chiesa sta valutando le soluzioni più opportune per allontanare i mafiosi ed evitare che i sacramenti vengano utilizzati strumentalmente. Un incontro avvenuto domenica nella Sacrestia della Basilica di San Pietro tra Papa Francesco e l'arcivescovo di Reggio Calabria, Giuseppe Fiorini Morosini, ha avuto questo tema. Nel colloquio, a margine della cerimonia di consegna del Pallio, il pontefice ha esortato il vescovo.

''Papa Francesco, dopo la visita a Cassano -riferisce Morosini- è rimasto molto colpito dalla realtà calabrese. Mi ha incoraggiato ad andare avanti, con forza e fiducia, nel ministero episcopale a Reggio Calabria. Poi, e questo mi ha sorpreso molto, si è ricordato di una lettera che gli avevo inviato, nella quale chiedevo che, per ostacolare l'uso strumentale della Chiesa e dei sacramenti da parte della 'ndrangheta, venissero aboliti per 10 anni i padrini per i sacramenti del Battesimo e della Cresima, almeno per la mia diocesi. Papa Francesco vuole che tutti noi, vescovi della Calabria, ci incontriamo per discutere di questo problema ed inviare poi una relazione scritta a lui personalmente''.

La sospensione dei padrini è una questione che sta molto a cuore al presule reggino. Al rientro dall'Assemblea Generale della Cei, svoltasi nel maggio scorso, Morosini ne aveva ampiamente parlato dalle colonne dell'Avvenire di Calabria, dichiarando che ''il padrino oggi ha perso di fatto il profilo teologico-pastorale, ed è diventato semplicemente una ''figura di riferimento'' all'interno di un rapporto di parentela o di amicizia, se non di altro. Una referenza, insomma -aggiungeva l'arcivescovo- che di fatto, in genere, non ha più nulla di quello che é teologicamente e pastoralmente la figura del padrino''.

I commenti

Mons. Galantino - In merito alla riflessione della Chiesa per evitare che i sacramenti vengano utilizzati strumentalmente dalle organizzazioni criminali, monsignor Nunzio Galantino, vescovo di Cassano all'Ionio e segretario generale della Cei, dice all'Adnkronos: ''I sacerdoti non vanno lasciati soli: come Conferenza espiscopale, abbiamo bisogno di riflettere e di adottare le soluzioni più idonee dal punto di vista pastorale''.

Don Riboldi - Don Antonio Riboldi, vescovo emerito di Acerra, commenta: ''Ai malavitosi dico: non fate da padrini e non lo impedite alle persone oneste. Lasciate stare i sacramenti. Questo non è un mercato, è la vigna di Dio''. ''I sacramenti non possono essere amministrati per compiacere i malavitosi - è il monito del vescovo anticamorra - occorre sempre stare attenti alle infiltrazioni mafiose anche in Chiesa''.

Monsignor Bregantini - Per evitare infiltrazioni di mafiosi nella Chiesa, ''siano i catechisti a fare da padrini''. A proporlo, in un colloquio con l'Adnkronos, è monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace.

Don Patriciello - Don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, in provincia di Napoli, tra i simboli della lotta dei comitati nella Terra dei fuochi, sottolinea: ''I malavitosi non devono fare da padrino. Ma ma c'è bisogno di indicazioni forti da parte della Cei, in base a dati oggettivi: i parroci non possono essere lasciati soli. Si pagherà un prezzo, perché i mafiosi non amano ricevere rifiuti, ma se siamo uniti e facciamo quello che dice il vangelo, non avremo paura''.

I gesuiti di Scampia - Padre Fabrizio Valletti, superiore della comunità dei Gesuiti di Scampia, in merito alla posizione dell'arcivescovo di Reggio Calabria, osserva: ''I sacramenti non sono disgiunti da una vita di fede e di comunità: se questo non c'è, non solo i malavitosi non possono fare da padrino a battesimi o cresime, ma non c'è neanche il sacramento, che diventa solo un appuntamento sociale''.

Il teologo monsignor Forte - Per monsignor Bruno Forte, teologo oltre che arcivescovo di Chieti e Vasto, "la scelta di cancellare i padrini nei sacramenti del battesimo e della cresima avanzata dall'arcivescovo di Reggio Calabria è più che legittima: se ritiene che la presenza dei padrini è più dannosa che utile per la crescita spirituale della sua comunità, non solo può ma addirittura deve compiere un passo simile".

Simone Di Meo - Per lo scrittore Simone Di Meo, autore di saggi sulla criminalità organizzata tra cui, uno di prossima uscita, sul rapporto tra mafie e religione, "la proposta di monsignor Morisini di abolire la figura del padrino per i sacramenti del battesimo e della Cresima potrebbe essere adottata anche in Campania, dove la camorra trae forza e legittimazione dall'uso strumentale delle pratiche religiose".

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