Roma, 3 lug. (AdnKronos Salute) - Una foto 'hi tech' del volto per analizzare le rughe, le macchie e il colorito della palle una volta inserita in un computer potrebbe darci la stima di quanto vivrà un persona. E' la tecnologia di riconoscimento facciale, usata a lungo per la ricerca degli identikit dei criminali, ora rielaborata da un team di ricerca dell'University of Illinois (Chicago), per creare un sistema che analizza la prospettiva di vita di un soggetto in base a come il suo viso è invecchiato in quel momento.
"Sappiamo che alcune persone tendono a invecchiare più rapidamente di altre - spiega al 'Washington Post' Jay Olshansky, il ricercatore che ha avuto l'idea di partenza - E sappiamo anche che i figli di persone con una senescenza più lenta tendono a vivere più a lungo rispetto ad altre". La ricerca è ancora nelle sue fasi iniziali, ma l'idea di utilizzare la tecnologia di riconoscimento facciale ha suscitato interesse da parte di alcune società di assicurazione per il potenziale del suo utilizzo nel campo delle polizze e nel determinare quindi la consistenza dei premi.
La tecnologia, che si avvale di un complicato algoritmo, esegue una scansione della fotografia di un volto (dividendo il viso in sei aree) puntando l'attenzione sui segni di invecchiamento e su alcuni fattori non legati all'età: razza, sesso, livello di istruzione e se il soggetto è fumatore o meno. Una volta esaminati questi punti, il computer elabora un'ipotesi di quanto potrà vivere quella persona.
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