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Gay: 21enne denuncia, insultato e aggredito su bus a Torino

Il pestaggio omofobo nella notte di venerdì: il giovane era con un amico quando alcuni ragazzi si sono girati verso di loro e hanno iniziato a insultarli. Dopo l'aggressione verbale, ha poi raccontato a Gay help line, uno di loro gli ha sferrato un pugno in faccia

Il ragazzo aggredito sul bus (Foto da Gay help line)
Il ragazzo aggredito sul bus (Foto da Gay help line)
15 marzo 2015 | 18.19
LETTURA: 4 minuti

Aggressione omofoba a Torino nella notte di venerdì. La vittima un ragazzo di 21 anni, Stefano, che è dovuto ricorrere alle cure mediche e sta sporgendo denuncia alla polizia. Nel frattempo si è rivolto a Gay Help Line, la linea verde antiomofobia 800.713.713. Il giovane di 21 anni è stato aggredito venerdì su un autobus: stava parlando con un amico della serata passata in discoteca quando alcuni ragazzi si sono girati verso di loro e hanno iniziato a insultarli. Dopo aver urlato tra l'altro “froci di merda” uno dei ragazzi lo ha colpito con un pugno in faccia.

“Quando sono stato colpito sul bus è calato il silenzio, io stesso son rimasto agghiacciato – dice il giovane aggredito - non avevo ancora metabolizzato l'aggressione omofoba. Ho uno zigomo molto gonfio ed un occhio nero, ma almeno non mi ha rotto il naso. Voglio denunciare questa aggressione – continua Stefano con la Gay Help Line - per mettere in luce che il problema dell'omofobia esiste ed è visibile a tutti. Vorrei proprio vedere i politici davanti al mio ematoma se hanno ancora il coraggio di affermare che 'L'omofobia è un mezzo, una parola, un modo che le minoranze sessuali hanno per mettere in mostra la propria diversità, per voler apparire a tutti i costi come categoria da tutelare'. Ovviamente non prenderò mai più un bus di notte".

"Perché noi omosessuali non possiamo viaggiare sicuri? Perché dobbiamo viaggiare per strada con la paura che qualcuno ci aggredisca?. L'ematoma sul mio viso sparirà insieme al gonfiore, ma non potete nemmeno lontanamente capire quanto sia stato umiliante dirlo a mia madre (che si è subito spaventata e giustamente preoccupata) o quanto abbia sofferto vedere il mio ragazzo in agitazione - aggiunge Stefano - Gli eterosessuali non possono nemmeno lontanamente percepire quanto sia difficile essere gay in Italia. Dall'accettazione personale, al farsi accettare, al vivere giorno per giorno nella società”.

“L'omofobia è vera, c'è e si vede – dice Marco Giusta, Presidente dell'Arcigy di Torino - incide nelle vite delle persone gay e lesbiche, nella vita di tutti i giorni, nel nostro vivere quotidiano, che sia andare a far la spesa o uscire la sera o prendere un tram per tornare a casa. A tutto questo va messo un freno e nessuno può più lavarsene le mani. Chiediamo alle istituzioni locali di condannare pubblicamente l'episodio e di esprimere la propria vicinanza a Stefano, e di incrementare il lavoro di formazione e comunicazione, a partire dalle scuole, per sconfiggere definitivamente questa piaga sociale”.

“Gay Help Line raccoglie sempre più denunce di violenze, aggressioni e discriminazioni”, dice Fabrizio Marazzo, portavoce di Gay Help Line. “A Stefano - prosegue – stiamo dando insieme con Arcigay Torino tutto il sostegno di cui ha bisogno, anche per sporgere la denuncia. Ma resta il vuoto della politica nel contrastare con determinazione l'omofobia. In Italia ancora si chiacchiera molto di gay rispetto a quanto non si faccia in concreto. Chi dice che l'omofobia non esiste guardi non solo le statistiche ma gli episodi come questo. E tragga le conseguenze”.

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