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Coppia dell'acido, Martina vede il figlio. I giudici: "Un incontro al giorno"

Dimessa da clinica andrà in un istituto per madri detenute /La vicenda

Coppia dell'acido, Martina vede il figlio. I giudici:
18 agosto 2015 | 18.54
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Martina Levato, condannata a 14 anni di carcere per aver aggredito l'ex fidanzato con l'acido, ha visto per la prima volta il suo bambino. A pochi giorni dal parto avvenuto a Ferragosto, la 23enne ex studentessa ha potuto toccare il suo piccolo, nato alla clinica Mangiagalli di Milano. Un incontro - alla 23enne fu impedito di poter stringere suo figlio - possibile vista la decisione dei giudici del tribunale dei minori di Milano.

Le condizioni di incontro tra mamma e bambino decise dai giudici, al termine di una camera di consiglio di quasi sette ore, sono 'rigide': avverranno una volta al giorno, sempre insieme a un assistente sociale, per un tempo contenuto e senza la possibilità di allattare. Oltre a lei, potranno fargli visita al neonato anche i nonni materni, che si sono detti "felicissimi" e soddisfatti per un provvedimento, "equilibrato e motivato", secondo quanto riferisce il legale della famiglia Laura Cossar.

Una volta lasciato l'ospedale, da quanto si apprende, Martina Levato non varcherà più l'ingresso di San Vittore, ma entrerà all'Icam, l'istututo per le madri detenute. Una piccola vittoria, ma il provvedimento d'urgenza è provvisorio, dunque si tratta di un primo passo rispetto a quello che sarà il futuro del figlio della 23enne e di Alexander Boettcher, entrambi condannati alla stessa pena per l’aggressione contro Pietro Barbini.

I magistrati hanno infatti deciso di affidare il bambino al Comune di Milano, con la nomina di un tutore, in attesa di aprire un’istruttoria nel merito sull’adozione, nella quale per il momento si sono costituiti solo i nonni materni. Resta sospesa la patria potestà dopo la condanna in primo grado della cosiddetta 'coppia dell'acido', mentre Alexander Boettcher non è ancora riuscito a riconoscere il figlio.

Il legale del neopapà ha scritto una lettera al Garante dei detenuti e al sindaco di Milano Giuliano Pisapia, per avere chiarimenti sulle procedure di riconoscimento. Un atto che, spiega l'avvocato Alessandra Silvestri, permetterebbe a Boettcher e alla nonna paterna di entrare nel procedimento di adottabilità del bambino, che si è già aperto davanti ai giudici minorili. In quella sede, in questa vicenda giudiziaria solo all'inizio, si preannuncia una possibile battaglia per ottenere l'affidamento del piccolo.

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