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Caso marò: spunta sul web 'Marò Slug', gioco per liberare i fucilieri

20 agosto 2015 | 15.42
LETTURA: 3 minuti

Un' immagine del gioco 'Marò Slug'
Un' immagine del gioco 'Marò Slug'

"I due marò sono appena evasi. Riuscirai a farli tornare in Italia?": questa la scritta che campeggia in cima al sito 'Marò Slug-The Game', gioco online creato da Emiliano Negri e Antonio Del Maestro e ispirato alla nota vicenda dei due fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

La grafica e il nome dell'applicazione si rifanno direttamente a 'Metal Slug', celebre videogioco del genere sparatutto a scorrimento orizzontale prodotto nel 1996 dalla Snk Playmore per Neo Geo e arcade. Mentre l'accompagnamento musicale e' affidato all'Inno di Mameli. In 'Marò Slug' l'utente, utilizzando la semplice barra spaziatrice e le frecce della tastiera, impersona uno dei militari italiani impegnati a scappare dall'India.

Compito arduo, dal momento la fuga è ostacolata nella giungla da orde di 'brutti ceffi' armati di spada, ai quali il protagonista del gioco dovrà sparare, mentre le note dell'inno italiano riecheggiano in sottofondo. Da sottolineare i nomi dei protagonisti del gioco, Big Round e The Tower: trasposizione in salsa british di Girone e Latorre. Sullo sfondo, a chiare lettere sulla fiancata di una nave, la scritta 'ridateceli'.

"Il gioco - scrivono i creatori sul sito - non è ovviamente esente da bug. È stato creato in un tempo abbastanza ristretto, con l'intento di divertire e non quello di stupire. Sappiamo anche da noi che il funzionamento non è perfetto, ma promettiamo di cercare di renderlo tale".

"Con questo videogioco abbiamo voluto scherzare non sulla vicenda dei due fucilieri - dice all'AdnKronos Emiliano Negri, coautore di 'Marò Slug' - ma su chi la strumentalizza. Il caso Marò rappresenta una questione estremamente complicata, gestita non alla perfezione da parte delle istituzioni italiane".

"Questo per quanto riguarda la vicenda in sé, mentre per tutto quello che si è creato intorno siamo un po' 'schifati'. Sfruttare una cosa del genere per ottenere consenso di pubblico e politico, dal mio punto di vista, è proprio una mossa viscida e uno dei motivi per cui è nato il gioco probabilmente è in minima parte anche quello di sottolineare tutto ciò", prosegue Negri.

"Comunque, la nostra iniziativa - conclude il co-autore del gioco- non ha fini propagandistici o politici, voleva solo strappare una risata".

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