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Mafia: pm Di Matteo, recidere i legami tra i boss e la politica

Il pm antimafiaNino Di Matteo
Il pm antimafiaNino Di Matteo
16 novembre 2015 | 08.56
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"Tanti italiani, provenienti da ogni parte del Paese, sabato hanno scritto una bella pagina di libertà, partecipazione democratica, impegno civile, passione per la giustizia e la verità. Sento fortissimo il bisogno ed il piacere liberatorio di esprimere a ciascuno di voi la mia profonda e sincera gratitudine. Ai promotori di questa iniziativa, le Agende Rosse e Scorta Civica, come a tutte le donne e a tutti agli uomini che, anche con notevole sacrificio personale, sono accorsi a Roma. Vi ringrazio da uomo e da cittadino, prima ancora che da magistrato e servitore dello Stato". Inizia così la lettera di ringraziamento inviata dal pm antimafia Nino Di Matteo dopo la manifestazione di solidarietà che si è tenuta sabato scorso a Roma a sostegno del magistrato minacciato di morte dal boss Totò Riina. Di Matteo ribadisce l'importanza della lotta alla mafia e auspica un "salto di qualità nella lotta a Cosa nostra", da qui l'importanza di "recidere ogni legame tra mafia e politica".

"In un paese dove l’apatia e l’indifferenza si diffondono sempre più pericolosamente nel tessuto sociale, voi oggi rappresentate la reazione di chi non vuole rassegnarsi, di chi pretende ancora di conoscere, di capire, di vivere e poter scegliere da cittadino informato e consapevole e non da suddito sciocco e facile strumento di volontà altrui - scrive il pm che rappresenta l'accusa nel processo sulla trattativa tra Stato e mafia - Quella vostra di sabato non è semplicemente una testimonianza di solidarietà nei confronti di un magistrato in un momento di sua oggettiva difficoltà. E’ qualcosa di enormemente più grande ed importante. E’ una testimonianza della precisa consapevolezza che la lotta alla mafia, alla penetrazione e diffusione di metodi mafiosi nell’esercizio del potere, è la prima vera questione fondamentale, irrinunciabile, pregiudiziale ad ogni altra, per la tenuta della nostra democrazia".

E aggiunge: "E’ una testimonianza della sacrosanta pretesa di una Giustizia che sia veramente uguale per tutti. In un contesto politico generale che spinge pericolosamente verso il ridimensionamento del potere di controllo della legalità della magistratura, voi incarnate ciò che ogni cittadino, che abbia a cuore l’attuazione concreta dei principi della Costituzione, deve pretendere da ogni magistrato della Repubblica: autonomia, indipendenza reale da ogni altro potere, sacrificio, coraggio, consapevolezza dell’assunzione di un ruolo di effettivo servizio per la collettività, certamente incompatibile con ogni forma di collateralismo al potere e con ogni tentazione di valutare la opportunità politica delle proprie iniziative piuttosto che semplicemente la loro doverosità giuridica".

'Oggi in molti vorrebbere chiudere la pagina oscura delle stragi'

"La manifestazione di sabato è indicativa di una consapevolezza che si va diffondendo nonostante la grave, imperdonabile, indifferenza di gran parte della politica: la lotta alla mafia non può limitarsi alla, pur necessaria, repressione dell’ala militare delle organizzazioni mafiose; deve operare un salto di qualità che porti a definitivamente recidere i rapporti della mafia con la politica, il potere imprenditoriale e finanziario, i pezzi deviati e devianti delle Istituzioni. Oggi è necessario ed urgente un cambio di marcia in questa direzione - spiega il pm Nino Di Matte - E’ fondamentale capire che lotta alla mafia e lotta alla corruzione devono marciare di pari passo, perché mafia e corruzione costituiscono sempre più due facce della stessa medaglia, di un sistema criminale integrato che mortifica quotidianamente i diritti, le aspettative, i sogni degli onesti".

"C’è un aspetto ulteriore, ed ancora più importante, che rende ancora più bella ed entusiasmante la vostra testimonianza - aggiunge il magistrato - Oggi ai tanti (ai troppi) che vorrebbero definitivamente chiudere (come fantasmi di un passato ormai lontano) la pagina, oscura e tremenda, delle stragi, e dei tanti delitti eccellenti che hanno insanguinato e condizionato la storia recente della nostra Repubblica, voi state gridando in faccia una pretesa sacrosanta: le indagini e gli approfondimenti giudiziari su quelle stragi, sul contesto politico-mafioso-istituzionale nell’ambito del quale sono maturate, devono continuare, riprendere lena e vigore con uno sforzo finalmente serio di tutte le Istituzioni".

"Perché è questo il percorso indicato dalle inchieste e dai processi già celebrati, perché è questo l’unico, l’ autentico modo per onorare la memoria dei nostri morti. Perché è questa la strada maestra per capire appieno il presente e creare le condizioni perché in futuro non possa più accadere ciò che è avvenuto nel nostro Paese. Questo sforzo di approfondimento non può essere delegato, come avviene in questo momento, a pochi, pochissimi, magistrati ed investigatori, continuamente e pervicacemente isolati, delegittimati, ostacolati con ogni mezzo, in un cammino disseminato di insidie e trappole di ogni tipo - spiega - Voi state testimoniando una sacrosanta ansia di Giustizia che dovrebbe finalmente spingere tutte le Istituzioni, a partire da quelle politiche, ad un impegno corale ed effettivo per la ricostruzione di verità che non possono rimanere parziali ed incerte. Senza Verità e Giustizia sui fatti che hanno sconvolto la storia della nostra Repubblica non ci può essere vera democrazia. Un Paese senza memoria è destinato a non avere futuro. Vi ringrazio ancora con tutta la forza del sentimento che mi avete suscitato. La vostra attenzione, la vostra tensione morale e civile, mi conforta, costituisce per me uno stimolo forte, decisivo, ad andare avanti nel lavoro, nonostante tutto e nonostante le difficoltà e gli ostacoli sempre più alti".

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