"Io non ci torno. Quel posto è pericoloso. Come possiamo tornare in un posto dove ci hanno detto che siamo brutti. Ho paura per i miei bambini, quelli ci odiano. E ho paura anche per me e mio marito. Ci hanno cacciato, una diceva anche che restavano lì davanti alla porta a controllare che noi non entravamo". Lo afferma in un'intervista al 'Messaggero' Fatia H., la donna marocchina, insieme alla sua famiglia, assegnataria di una casa popolare a San Basilio dove ieri è scattata la rivolta di alcuni abitanti che si sono schierati a favore degli occupanti dell'alloggio e contro l'assegnazione dell'abitazione alla famiglia di stranieri.
Insieme alla donna c'erano ieri anche i figli piccoli: "Mia figlia di 5 anni, che è nata a Roma, va a scuola e capisce benissimo, si è messa a piangere. Mi ha chiesto: mamma, perché ci dicono che siamo brutti? Mi sono messa a piangere anche io e con me gli altri due bambini", spiega.
Il marito della donna, Mourad Maslouh, operaio 40enne, sottolinea a 'la Repubblica': "Posso capire i problemi di sopravvivenza, li abbiamo tutti. Ma non prendetevela con i bambini. E neanche con noi. Io e mia moglie Fathya abbiamo sempre lavorato, siamo brave persone". "Chiederemo un'altra casa, ma non a San Basilio", conclude.
La sindaca di Roma Virginia Raggi "è al lavoro" per incontrare la famiglia. L'incontro, a quanto si apprende, potrebbe essere possibile già da domani.