E' psicosi ‘Blue Whale’, il cosiddetto ‘gioco del suicidio’ che coinvolge giovanissimi. Un nome simile, anche se tradotto in italiano, è costato una sequela di insulti a un ristoratore del levante ligure che nulla ha a che vedere con il fenomeno. Lo racconta Federico, 25 anni, titolare de ‘LaBalena Blu wine&food’ che solo per una vaga omonimia si è visto recapitare una serie di commenti negativi sulla bacheca Facebook del locale.
"Alcuni giorni dopo il servizio messo in onda in televisione su questo Blue Whale - spiega all'Adnkronos - un troll su Facebook ha scritto che siamo degli assassini e che ci dovremmo vergognare". Complice il nome simile, il commentatore li aveva erroneamente considerati promotori del gioco scrivendo un commento offensivo tra le recensioni al locale. E da lì è partita la gogna sui social network a colpi di insulti. "Non ho fatto denuncia, è stata una vicenda ridicola – sottolinea ancora il gestore – Abbiamo reagito scrivendo un post e chiedendo di non recensirci il locale". "Chiedo gentilmente alla gente che ci recensisce per il gioco di smetterla – recitava il post - Siamo un bar e le recensioni e la pubblicità le facciamo in modo sano non di certo sulla morte di un sacco di ragazzi. A chi ha commentato offendendoci posso solo perdonarvi per l’ignoranza e la mancanza di tatto che avete. Prima di recensire, informatevi".
"Dopodiché - conclude Federico -, forse, abbiamo ottenuto l’effetto contrario e la gente ha cominciato a scrivere recensioni positive. Come è arrivata, l’abbiamo fatta passare".