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Estate

Da Totti a Verdone, tutti pazzi per la grattachecca

Raffaellona del chiosco trasteverino della Sora Mirella. Foto Adnkronos
Raffaellona del chiosco trasteverino della Sora Mirella. Foto Adnkronos
12 agosto 2017 | 15.40
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Grattachecca che passione. Con il caldo torrido di quest'estate, poi, le file non mancano davanti ai tanti storici chioschetti, aperti nella Capitale."Quest'anno vanno tanto quelle alcoliche, abbiamo lanciato questa linea ed è piaciuta molto, oltre ovviamente alla tricolore, che fa impazzire gli stranieri" dice all'Adnkronos Stefano Simoni, titolare con il fratello Alessandro del chiosco della Sora Mirella. I vip qui sono di casa. "Qui abbiamo avuto addirittura Michelle Obama con il marito e le figlie, tutta la famiglia Totti, Maurizio Costanzo, Carlo Verdone, Stefania Sandrelli e Renato Zero, ma ne dimentico molti". "A Francesco Totti piace molto l'amarena, ma anche a Ilary e, se non ricordo male, anche i bambini che 'hanno ripreso dal papà'".

La grattachecca non va confusa con la granita, realizzata con acqua e sciroppo, e poi messa a congelare. Si parte, infatti, da un grosso pezzo di ghiaccio, che viene grattato con un raschietto per riempire il bicchiere a cui viene aggiunto lo sciroppo. Poco più in là, sempre davanti al Tevere, un altro chiosco storico 'Alla fonte d'oro'. "Venne qui il giocatore giallorosso Lamela, Michele Placido con la sua compagna - dice all'Adnkronos Massimo Crescenzi, il titolare - , l'attrice premio Oscar con 'Io e Annie', Diane Keaton, ex compagna di Woody Allen e Al Pacino, oltre a Leonardo DiCaprio con le guardie del corpo. Le devo dire che l'attore del Titanic all'inizio non l'avevo riconosciuto, mi sembrava un viso familiare e poi mi è venuto in mente. Peccato non avergli chiesto un autografo".

Tanti, tantissimi gli avventori. "La domanda più strana? Mi chiedono tutti da che cosa deriva il nome grattachecca - aggiunge Crescenzi - e io rispondo sempre: 'c'era una volta' un signorotto romano che chiamava la sua aiutante Francesca col diminutivo dialettale checca per farla sbrigare a preparare il ghiaccio per le sue bevande'. Da lì il nome, magari non è vero - conclude il proprietario del chiosco con aria complice - , chi lo sa, di certo è la spiegazione più carina" conclude il titolare del chioschetto, vendendo una delle sue tante coloratissime creazioni a un cliente giapponese accaldato.



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