A 20 anni dalla prima donna sacerdote, la Chiesa d'Inghilterra darà oggi il via libera anche alle donne vescovo. Contro il passo storico si schiera il gruppo conservatore Reform, guidato da Susie Leafe, una donna che siede fra i membri laici del Sinodo.
Il sinodo generale della Chiesa d'Inghilterra ha votato oggi a favore dell'ordinazione di donne vescovo. Lo storico passo avviene 20 anni dopo il via libera a donne sacerdote. Riunito alla Church House di Westminster, il sinodo ha dato il suo benestare all'apposita legge approvata dal parlamento in ottobre. Superato questo passo formale, saranno possibili prime ordinazioni di donne in gennaio.
Attualmente nella Chiesa d'Inghilterra vi sono 7.798 sacerdoti, dei quali 1.781 sono di sesso femminile. Il voto di oggi pone l'Inghilterra in linea con le altre chiese anglicane in Australia, Canada, India, Sudafrica e Stati Uniti, dove le donne vescovo sono ormai 29. Circa un terzo dei sacerdoti della Chiesa d'Inghilterra sono donne, sottolinea Hilary Cotton, leader del gruppo Women and the Church (Watch), che auspica anche un terzo di vescovi di sesso femminile. "Non è soltanto questione di far indossare la porpora alle donne, ma soprattutto di cambiare la cultura della Chiesa", spiega.
Se il via libera di oggi appare scontato, dopo una prima bocciatura nel 2012, non tutti sono d'accordo su questo passo. Contro i vescovi di sesso femminile si è schierato il gruppo Reform, una lobby conservatrice guidata da Susie Leafe, una donna che siede fra i membri laici del Sinodo. A suo parere circa un quarto degli 80 fedeli si troverà a disagio di fronte all'abbandono "del divino ordine della guida maschile". La legislazione approvata in parlamento prevede comunque delle salvaguardie per le parrocchie che non vorranno un vescovo donna. E forse non va dimenticato che se il capo spirituale della chiesa d'Inghilterra è un uomo, l'arcivescovo di Canterbury Justin Welby, il governatore supremo una donna, la regina Elisabetta II.
