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Mo: ira Usa su Netanyahu, pagherà le conseguenze dello sgarbo a Obama

Il primo ministro israeliano parlerà della minaccia iraniana, dopo che Barack Obama gli aveva chiesto di non incoraggiare nuove sanzioni contro Teheran. "E' una rottura del protocollo che potrebbe avere conseguenze a lungo termine per il leader israeliano", affermano alti funzionari statunitensi citati dal Washington Post dopo che la Casa Bianca ha fatto sapere che Obama non incontrerà Netanyahu durante la sua vista.

Incontro fra Obama e Netanyahu alla Casa Bianca nel settembre 2013. (Infophoto)
Incontro fra Obama e Netanyahu alla Casa Bianca nel settembre 2013. (Infophoto)
23 gennaio 2015 | 11.44
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L'amministrazione Obama è furiosa con il primo ministro Benyamin Netanyahu che andrà a parlare al Congresso americano della minaccia iraniana senza averlo concordato con la Casa Bianca. "E' una rottura del protocollo che potrebbe avere conseguenze a lungo termine per il leader israeliano", affermano alti funzionari statunitensi citati dal Washington Post dopo che la Casa Bianca ha fatto sapere che Obama non incontrerà Netanyahu durante la sua vista.

A quanto scrive oggi Haaretz, il 12 gennaio Obama aveva chiesto esplicitamente a Netanyahu, durante una telefonata, di smetterla di incoraggiare deputati e senatori americani a votare nuove sanzioni contro l'Iran. Il presidente è convinto che una simile legge si tradurrebbe in un boicottaggio dei negoziati in corso sul programma nucleare di Teheran e ha avvertito Netanyahu che è pronto a fermarla con un veto.

E' noto che Obama e Netanyahu non si sono mai amati, e questo sgarbo senza precedenti non potrà che avere un peso. "Pensavamo di aver visto di tutto ma Bibi è riuscito a sorprenderci - ha detto una fonte americana ad Haaretz, usando il soprannome di Netanyahu - Ci sono cose che semplicemente non si fanno. Ci ha sputato in faccia pubblicamente, non ci si comporta così. Netanyahu deve ricordarsi che il presidente Obama rimarrà in carica ancora un anno e mezzo e che ci sarà un prezzo da pagare".

Anche il segretario di Stato americano John Kerry ha annunciato che non vedrà Netanyahu durante la sua permanenza negli Stati Uniti. Fonti del dipartimento di Stato, citate dal Washington Post, fanno notare che Kerry ha parlato martedì per due ore con l'ambasciatore israeliano e che questi non ha mai fatto menzione dell'invito esteso a Netanyahu dal presidente della Camera dei Rappresentanti, il repubblicano John Boehner, nè della venuta di Netanyahu negli Stati Uniti. " La pazienza del segretario di Stato non è infinita", nota una fonte vicino a Kerry, secondo il quale le relazioni fra Israele e Stati Uniti "sono salde", ma che "i giochetti politici con questo rapporto possono minare l'entusiasmo di Kerry come difensore d'Israele".

Nel rendere noto ieri che Obama non riceverà Netanyahu in occasione del suo discorso al Congresso il 3 marzo, la Casa Bianca ha motivato la decisione con la "vicinanza delle elezioni in Israele" previste per il 17 marzo. "È una pratica e un principio di lunga data il fatto di non incontrare capi di Stato o candidati in prossimità delle elezioni per evitare di influenzare un'elezione democratica in uno Stato straniero", ha detto Bernadette Meehan, portavoce del Consiglio di sicurezza statunitense, lasciando così intendere che Netanyahu venga negli Stati Uniti per motivi elettorali.

Netanyahu era stato invitato dal Congresso per l'11 febbraio, ma su sua richiesta il discorso è stato spostato al 3 marzo, in coincidenza con la conferenza dell'Aipac, la maggiore associazione ebraica a americana, alla quale Bibi intende partecipare.

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