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Obama: "Coalizione in Siria ma no ad Assad"Putin: "Un errore non appoggiare Damasco"

(Foto Afp)
(Foto Afp)
28 settembre 2015 | 16.33
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"L'Iraq ci ha insegnato che non possiamo risolvere i problemi da soli". E per trovare una soluzione in Siria gli Stati Uniti "sono pronti a lavorare con tutti i Paesi, compresi Russia ed Iran". Così il presidente Usa, Barack Obama, intervenendo in occasione della 70esima sessione dell'Assemblea Generale dell'Onu.

Obama, tuttavia, ha espresso il suo rifiuto a comprendere il "tiranno" Bashar Assad in un'eventuale soluzione: "Ricordiamo come tutto è iniziato, Assad ha reagito a proteste pacifiche, aumentando la repressione e le uccisioni - ha detto - così lui e i suoi alleati non possono pacificare la maggioranza della popolazione che è stata brutalizzata dalle armi chimiche e bombardamenti indiscriminati".

Ed anticipando le critiche dei fautori della realpolitik, ha aggiunto: "Certo il realismo ci impone di scegliere il compromesso necessario a mettere fine alla conflitto e schiacciare l'Is, ma il realismo anche richiede una transizione controllata da Assad ad un nuovo leader ed un governo inclusivo che riconosca che sia necessaria la fine del caos per permettere al popolo siriano di ricostruire".

Il presidente Usa ha riconosciuto gli errori commessi dalla coalizione internazionale intervenuta nel 2011 in Libia: "Avremmo dovuto fare di più per evitare un vuoto di potere" ha evidenziato Obama sottolineando che sarebbe stato necessario costruire una maggiore capacità interna "prima del collasso dello stato". Riguardo alla situazione attuale, Obama ha assicurato che gli Stati Uniti "aiuteranno ogni governo legittimo libico".

Anche il presidente russo Vladimir Putin ha sollecitato nel corso del suo intervento la creazione di una "ampia coalizione davvero internazionale" per combattere contro il terrorismo: un'iniziativa simile "alla coalizione contro Hitler formata durante la Seconda guerra mondiale".

"La situazione attuale nel mondo non può essere ulteriormente tollerata", ha denunciato. Il rifiuto a cooperare con le forze di Assad "è un enorme errore", ha aggiunto riconoscendo l'assistenza militare a Damasco. Perché "bisogna riconoscere che nessuno eccetto per Assad e le sue milizie combattono davvero l'Is in Siria". L'Isis, ha rilevato Putin, "non fa altro che prendersi gioco della religione islamica e viola continuamente i diritti umani".

Ban Ki Moon, aprendo i lavori è stato il segretario generale , ha puntato subito il dito sulla "paralisi diplomatica" all'interno del Consiglio di Sicurezza: "Quattro anni di paralisi diplomatica hanno fatto sì che la crisi siriana sia diventata fuori controllo", ha tuonato Ban nel suo discorso di apertura.

La Russia, gli Stati Uniti, l'Arabia Saudita, l'Iran e la Turchia sono i principali attori internazionali che detengono la chiave per la soluzione del conflitto siriano, ha spiegato il segretario generale dell'Onu. Per Ban Ki Moon "non c'è soluzione militare al conflitto in Siria" auspicando "compromessi" tra le parti.

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