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Argentina: domenica alle urne per il dopo Kirchner

La presidente argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, vota alle primarie dello scorso agosto (Foto Infophoto)
La presidente argentina, Cristina Fernandez de Kirchner, vota alle primarie dello scorso agosto (Foto Infophoto)
23 ottobre 2015 | 18.24
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Poco più di 32 milioni di argentini sono chiamati domenica alle urne, per le elezioni presidenziali e legislative. Il Paese dovrà scegliere il proprio presidente tra sei candidati, eletti alle primarie dello scorso agosto: Daniel Scioli (Fronte per la Vittoria), Mauricio Macri (Cambiamo), Sergio Massa (Uniti per una nuova alternativa), Margarita Stolbizer (Progressisti) Nicolas del Cano (Fronte di Sinistra), Adolfo Rodriguez Saa (Compromesso federale).

Il nuovo presidente subentrerà a Cristina Fernandez de Kirchner, che per legge non può presentarsi per un terzo mandato, e porrà fine ai 12 anni della famiglia Kirchner alla guida del Paese. Prima di Cristina, infatti, suo marito, Nestor Kirchner, deceduto nel 2010, è stato presidente dal 2003 al 2007.

In base agli ultimi sondaggi, i candidati favoriti sono Scioli, governatore della provincia di Buenos Aires e vice presidente con Nestor Kirchner, sostenuto da Cristina, Macri, capo del governo della città di Buenos Aires, e Massa, deputato per la provincia di Buenos Aires, tutti e tre di origine italiana.

Per vincere in maniera diretta, i candidati dovranno superare il 45 per cento dei voti o raggiungere il 40 per cento con dieci punti in più rispetto al secondo. Altrimenti, i due che otterranno più voti dovranno andare al secondo turno, previsto per il 22 novembre. Il prossimo presidente argentino assumerà poi il mandato il 10 dicembre.

Per quanto riguarda le elezioni legislative, i cittadini rinnoveranno la metà dei membri della Camera dei Deputati per il periodo 2015-2019 e un terzo dei membri (24) del Senato per il 2015-2021.

Domenica verranno quindi eletti: presidente, vicepresidente, 24 senatori, 130 deputati e 43 legislatori del Parlamento del Mercosur. A controllare le migliaia di seggi elettorali ci saranno circa 96mila membri delle forze armate e della sicurezza.

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