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Terroristi fratelli, quando il jihad è un affare di famiglia

(Iberpress)
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17 novembre 2015 | 16.47
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I militanti spesso si chiamano l'un l'altro "fratello". In parte in segno di solidarietà, di attaccamento ad una causa comune, a un senso di identità condiviso. In parte perché sono davvero consanguinei, figli degli stessi genitori, come è avvenuto negli ultimi attentati di Parigi, dove tre fratelli erano nel commando che ha seminato il terrore venerdì scorso, o nell'attacco contro la maratona di Boston, condotto dai fratelli di origine cecena Tsarnaev, o nell'assalto a Charlie Hebdo, portato a compimento dai fratelli Kouachis.

Una ricerca di New America, gruppo di esperti con sede a Washington, ha dimostrato che più di un quarto di combattenti occidentali ha una connessione familiare con la jihad, sia attraverso parenti che combattono in Siria e in Iraq, sia attraverso il matrimonio o altri collegamenti con jihadisti o terroristi. La ricerca ha anche scoperto che di quei combattenti occidentali con legami familiari con la jihad, tre quinti hanno avuto un parente che è partito per la Siria.

Un altro studio recente, presso la Pennsylvania State University, ha esaminato le interazioni di 120 presunti terroristi 'Lupi solitari' di tutte le ideologie e le fedi e ha scoperto che, anche se hanno lanciato i loro attacchi da soli, nella stragrande maggioranza dei casi altri erano a conoscenza dell'adesione dell'individuo a una specifica ideologia estremista. In un sorprendente 64% dei casi, la famiglia e gli amici erano a conoscenza dell'intenzione del singolo di esercitare un'attività terroristica, in quanto lo avrebbe comunicato verbalmente.

Tutto questo offre una finestra importante sulla natura del reclutamento e della radicalizzazione. Entrambi sono spesso intesi come processi che coinvolgono una persona "normale" a cui viene fatto il "lavaggio del cervello" da parte di qualche influenza esterna, spesso via internet. I fatti, però, contraddicono questo. Il terrorismo, come ogni attivismo, è 'altamente sociale', solo le sue conseguenze sono eccezionali. Le persone diventano interessate a idee, ideologie e attività, anche quelle spaventosamente distruttive, perché altre persone ne sono interessate.

"Il reclutamento avviene fondamentalmente tra coetanei. È la parentela e l'amicizia che contano davvero, molto più di religione, di una località o di qualsiasi altra cosa. Questo è un forte fenomeno di gruppo", ha detto Rik Coolsaet, esperto belga che ha studiato le reti militanti locali del paese.

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