"Sui tragici fatti di Parigi tutti hanno parlato: intellettuali, critici, politici ma quello che ho notato è la vigliaccheria con cui questi terroristi fanno la loro cosiddetta guerra santa, colpendo non chi ha connotazioni politiche e religiose ma persone normalissime". Zucchero Fornaciari commenta così, in occasione della presentazione del suo prossimo tour mondiale, i fatti accaduti venerdì scorso nella capitale francese sottolineando come questa sia "una vera vigliaccheria: se fossero veramente dei combattenti non andrebbero ad attaccare posti dove non c'è il potere".
Se fosse stato a Parigi o in qualsiasi altra località per dei concerti Zucchero spiega che in questi giorni non avrebbe certamente cantato e anche se "adesso cerco di fare il goliardico devo riconoscere che non c'è da stare allegri. Io avrei fatto come gli U2 , avrei rimandato il concerto perché sarebbe stato stonato, fuori luogo e oltretutto, a parte la paura, non avrei avuto lo spirito per cantare e fare della musica, cioè far divertire la gente e far venire in mente buoni sentimenti in una situazione così drammatica".
Poi, rifacendosi ai versi di una sua famosa canzone, ha osservato come "il mondo sia malato. Oltre al terrorismo c'è la corruzione, l'arroganza tutta una serie di bruttezze che si stanno avvolgendo, e che riguardano la mafia, la Chiesa e i politici".
Zucchero Fornaciari intende festeggiare i suoi 35 anni di carriera costellati da oltre 60 milioni di dischi venduti con oltre 10 concerti all'Arena di Verona (il 16-17-18-20-21-23-24-25-27-28 settembre), che in realtà danno il via a un tour mondiale dove presentare il suo ultimo disco, che uscirà a maggio. Due date, quelle del 19 e del 26, il cantautore emiliano le lascerà libere mettendole a disposizione di giovani talenti.
Sul palco dell'Arena, ha spiegato il cantautore emiliano, saliranno anche ospiti italiani e stranieri: "Ovviamente, mi sarebbe piaciuto potessero esserci Luciano Pavarotti, Joe Cocker, Pino Daniele e Lucio Dalla ma purtroppo non sono più qui con noi, ma cercherò artisti che possano essere alla loro altezza". Nomi, per adesso, non se ne fanno anche se Zucchero ha sottolineato come sia sempre difficile poter contare su colleghi italiani, che vogliono esse avvertiti per tempo "mentre gente come Sting, Eric Clapton e Bono sono sempre disponibili, anche se li chiami solo qualche giorno prima". Poi però, quasi a voler correggero un po' il tiro, Zucchero ricorda di quella volta a New York "quando sul palco è salito Jovanotti e non riuscivo più a farlo scendere".
Tornando al tour (che dopo Verona arriverà in Germania, Slovenia, Polonia, Lussemburgo, Belgio, Olanda, Inghilterra, Svizzera e Francia) Zucchero proporrà parte del suo ricco repertorio ma soprattutto i brani del nuovo disco che sta preparando a New Orleans e che dovrebbe uscire a maggio del prossimo anno. "Ci sto lavorando con impegno da quasi un anno -spiega- e dopo 'Chocabeck', disco che mi ha riportato alle mie radici, con questo album vorrei, invece, tornare alle sonorità di 'Oro, incenso e birra', cercando un po' di quello spirito live e naif che mi ha permesso di avere successo quando c'eano meno paure e più spontaneità".
Quindi, prima di chiudere la conferenza stampa, l'artista ha un pensiero per la figlia Irene "che sta facendo la sua strada in questo mondo, con tutte le difficoltà che può avere portando un nome del genere". Dopo averla in qualche modo sostenuta all'inizio della sua carriera ora, ha sottolineato il cantautore "potrò semplicemente darle qualche consiglio sui testi o sulla musica ma il mio intervento si limita a questo. Se saranno rose fioriranno -ha aggiunto- altrimenti io ho una fattoria enorme dove c'è spazio per tutti, anche se sarebbe un peccato perché lei ha talento e se non l'avesse non mi sarei neanche occupato di lei per quel poco che ho fatto".
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