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Migranti, intesa di massima su principi tra Ue e Turchia. Nuovo summit il 17 marzo

Nella foto da sinistra Ahmet Davutoglu, Donald Tusk e Jean-Claude Juncker (Afp) - AFP
Nella foto da sinistra Ahmet Davutoglu, Donald Tusk e Jean-Claude Juncker (Afp) - AFP
08 marzo 2016 | 07.19
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Bruxelles, 8 mar. (AdnKronos) - (Red/AdnKronos)

I leader dell'Unione europea e il primo ministro turco Ahmet Davutoglu non sono riusciti a raggiungere un accordo per affrontare la crisi dei migranti , ma dopo oltre dodici ore di riunioni hanno "concordato di lavorare" su dei principi di base in vista del Consiglio Europeo del 17 e 18 marzo, nel quale si spera di finalizzare i dettagli e siglare un'intesa. Tra i principi contenuti nella dichiarazione diffusa nella notte c'è l'impegno a "facilitare l'erogazione dei 3 mld di euro inizialmente assegnati per garantire la finalizzazione di un primo insieme di progetti entro fine marzo e a decidere su un finanziamento addizionale diretto al Meccanismo per i rifugiati a favore dei siriani".

Tra i "principi" concordati figura anche lo scambio uno a uno con la Turchia per quanto riguarda i siriani, e cioè "rimandare indietro tutti i migranti irregolari che arrivino dalla Turchia nelle isole greche, con la Ue che si fa carico dei costi; ricollocare, per ogni siriano riammesso in Turchia dalle isole greche, un altro siriano dalla Turchia agli Stati membri dell'Ue, nel rispetto degli accordi vigenti".

La Turchia da parte sua "ha confermato l'impegno ad implementare l'accordo di riammissione bilaterale Grecia-Turchia, per accettare il rapido ritorno di tutti i migranti che non hanno bisogno di protezione internazionale che passano dalla Turchia alla Grecia e di riprendere tutti i migranti irregolari fermati nelle acque turche".

Si afferma anche la volontà di "accelerare l'esecuzione del processo di liberalizzazione dei visti per tutti gli Stati membri, puntando all'eliminazione del bisogno di visto per i cittadini turchi al più tardi alla fine di giugno 2016". Inoltre si concorda di "preparare il prima possibile la decisione relativa all'apertura di nuovi capitoli nelle negoziazioni di adesione (della Turchia all'Ue, ndr), basandosi sulle conclusioni del Consiglio Europeo di ottobre 2015".

Inoltre si punta a "lavorare con la Turchia impegnandosi a migliorare le condizioni umanitarie nell'interno della Siria, in modo da permettere alla popolazione locale e ai rifugiati di vivere in zone più sicure". Il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk "porterà avanti queste proposte e concretizzerà i dettagli con la parte turca prima del Consiglio Europeo del mese di marzo. Questi lavori rispetteranno il diretto euroepo e quello internazionale. I capi di Stato e di governo dell'Ue hanno anche discusso con il primo ministro turco la situazione dei mass media in Turchia".

Si afferma poi che "i flussi irregolari di migranti lungo la rotta dei Balcani Occidentali ora sono arrivati alla fine". Affinché questo obiettivo sia sostenibile, bisogna agire seguendo alcune direttrici: "Sostenere la Grecia, in questo momento difficile, e fare il massimo per aiutarla a gestire la situazione che si è determinata. Questa è una responsabilità collettiva che richiede una rapida ed efficiente mobilitazione di tutti i mezzi e le risorse europei disponibili e del contributo degli Stati membri".

I leader inoltre dichiarano di voler dare "una risposta immediata ed efficace alla situazione umanitaria difficilissima che si sta sviluppando rapidamente sul terreno". A tal fine la Commissione fornirà "con urgenza" aiuti di emergenza; i capi di Stato e di governo accolgono con favore la proposta della Commissione di istituire un servizio di aiuti di emergenza all'interno dell'Ue e chiedono al Consiglio di adottarla prima del Consiglio Europeo di marzo, invitando le autorità di bilancio ad "assumere qualsiasi necessaria conseguente misura".

Si promette tra l'altro "ulteriore assistenza" alla Grecia nella gestione dei confini esterni "inclusi quelli con la Fyrom (Macedonia, ndr) e con l'Albania". Si richiede inoltre di "accelerare in modo sostanziale l'implementazione della riallocazione" dei rifugiati per alleviare "il pesante fardello che oggi grava sulla Grecia". Gli Stati membri "sono anche invitati a fornire più posti per la riallocazione, con urgenza". Ci si impegna poi a "prendere qualsiasi misura necessaria con riferimento ad ogni nuova rotta che possa aprirsi".

Il documento comunque "non stabilisce alcun nuovo impegno da parte degli Stati membri per quanto riguarda riallocazione e reinsediamento" dei rifugiati. Quelle elencate sono "misure urgenti". Il Consiglio Europeo "ritornerà sul dossier migrazioni in tutti i suoi aspetti, per consolidare ulteriormente l'implementazione europea comune della nostra strategia sulle migrazioni".

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