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'Non è abbastanza disabile, lavori', e lo Stato taglia il sussidio a malata terminale

(Fotogramma)
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17 marzo 2016 | 17.07
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Dal 2001 Jane combatte una battaglia contro il cancro che è destinata a perdere. A quindici anni dalla prima diagnosi e da un responso che non lasciava scampo, sei mesi di vita al massimo, la tenacia di questa donna, insieme a cure mediche mirate, è riuscita a conquistare quello che sembrava impossibile: vivere ancora. Ma il cancro ai polmoni e alle pelvi, che non è mai andato in remissione e che la rende a tutti gli effetti una malata terminale, non dà scampo, e per la 52enne di Northampton Jane Windle restare in vita è un continuo calvario fra forti dolori e insostenibili apnee. Un'esistenza talmente dura per questa madre di tre ragazzi da spingerla a smettere di lavorare. Così come ha fatto il marito, la cui occupazione è prendersene costantemente cura. A sostenere la famiglia - racconta il Mirror - il sussidio statale dedicato ai disabili: 140 sterline a settimana, più le 60 percepite dal marito per l'accompagnamento. Ora però questo sussidio rischia di sparire, dalla prossima settimana infatti le verrà sospeso e la famiglia si ritroverà senza fondi. Il motivo? Per il Department of Work and Pensions (DWP) inglese, che regolamenta e dispone i pagamenti, la donna non sarebbe 'abbastanza disabile' per smettere di lavorare e quindi per avere il sussidio.

Secondo lo Stato inglese, Jane dovrebbe quindi rimboccarsi le maniche e trovare un'occupazione. O peggiorare ancora la sua già terribile condizione: "Non sappiamo cosa fare, rimarremo senza un soldo - ha raccontato Jane al Mirror - Sono senza fiato e ho un dolore costante alla schiena. E' impossibile dire quanto ancora vivrò, ma sono una malata terminale, non sono mai andata in remissione e non accadrà mai. Per qualche ragione hanno deciso che posso tornare a lavorare, dicono che non sono abbastanza disabile. Ma io ho un carcinoma all'ultimo stadio e posso a malapena camminare". Per questo la donna ha fatto reclamo ed è ora in attesa del pronunciamento del Dipartimento.

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