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Renzi all’assemblea Pd: “Con il 40,8% cambiare è un obbligo”

Il premier indica le prossime sfide: l’Ue, la “sconvolgente disoccupazione giovanile” e una “gigantesca campagna” per l’educazione. Poi l’invito a denunciare episodi di corruzione. Ironia sull’Inghilterra: “La vogliamo fuori dai Mondiali, non dall’Europa”

Metteo Renzi (Infophoto)
Metteo Renzi (Infophoto)
14 giugno 2014 | 11.37
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Il 40,8 per cento, ottenuto nell’ultima tornata elettorale per le europee, va considerato un “investimento”. Così il premier Matteo Renzi apre l’Assemblea del Pd che ha eletto a larghissima maggioranza Matteo Orfini presidente. Se diciamo che lo abbiamo raggiunto perché “siamo stati bravi noi, lo perdiamo subito - avverte -. Se lo consideriamo un investimento per cambiare l’Italia, allora sarà per noi non un punto di arrivo ma un modo per ripartire” perché “i cittadini ci hanno detto: se fallite voi, non ce n’è più per nessuno”.

Insomma, “o il Pd prende il Paese e lo porta nel futuro o il 40,8 se ne va ed è l’immagine dell’ennesima delusione della politica. Se non lo facciamo noi non lo farà nessuno, il cambiamento non è più una aspirazione ma un obbligo e un destino, o segna la nostra fine”.

“Cambiare l’Europa” - “Il Pd è il partito che ha preso il maggior numero dei voti dei cittadini in Europa e che ce ne facciamo? - ricorda - Un grande risiko dei posti? No, noi forti del fatto che siamo il primo partito con forza, intelligenza, lungimiranza e orgoglio” dobbiamo impegnarci per “un nostro modello di Ue, dobbiamo cambiare impostazione in Europa. Se non ci riusciamo, avremo perso un’occasione”.

“Inghilterra fuori dai Mondiali, non da Europa” - Poi una battuta a sfondo calcistico in vista del match Italia-Inghilterra. “L’Inghilterra noi la vogliamo mandare fuori dai Mondiali, non dall’Europa...”, dice Renzi.

“Rai, scuola, università” - Quindi detta l’agenda: “Su tre temi dovremo giocare la battaglia delle prossime settimane”: l’Europa, la “sconvolgente disoccupazione giovanile” e una “gigantesca campagna” per l’educazione che riguardi anche “Rai, scuola, università”. E proprio sulla Rai, dice, “la discussione va aperta sul serio. Apriremo il dossier, il file sulla Rai”.

A settembre civil partnership - “Non è in contrapposizione l’idea di realizzare il quoziente familiare con le ‘civil partnership’ cui ci siamo impegnati nelle primarie - annuncia ancora il presidente del Consiglio e segretario del partito -. Non siamo altro che noi a poterli fare insieme. Quindi dopo la legge elettorale, a settembre, i gruppi lavoreranno su quello che è un impegno vincolante rispetto al quale non ci possiamo più tirare indietro”.

Riforma Giustizia - Sulla riforma della giustizia, osserva poi Renzi, “non possiamo farci portare a discussioni sterili: il Pd è quel partito che non ha paura di vincere la sfida del garantismo perché noi siamo garantisti sul serio”.

Corruzione - Quindi l’invito a denunciare notizie di reato: “Se qualcuno di noi, nelle vicende in corso, ha informazioni o notizie di reato, vi prego, chi tra di noi del Pd avesse informazioni per rispetto ai volontari delle Feste dell’Unità salga i gradini del palazzo di giustizia e vada a raccontare tutto ai magistrati”. “Non è ansia di giustizialismo ma rispetto dei volontari delle Feste dell’Unità, dei militanti dei nostri circoli Pd”, dice il premier.

Amministrative - Analizzando poi l’esito del voto amministrativo, Renzi osserva che “il fatto che ci siano state delle sconfitte che fanno riflettere non mette in secondo piano che in quelle sfide dove c’era una rivincita si è vinto ma si è dato anche un messaggio di cambiamento”.

M5S - Renzi ironizza sul risultato del M5S: “Il Movimento 5 stelle sta facendo questa trionfale marcia su Roma, in tre anni hanno preso tre capoluoghi di provincia, di questo passo in 105 anni prenderanno l’Italia. Un po’ di pazienza e arriverranno anche loro”.

La replica a Mineo - “Io voglio dire a chi ieri ha detto che io sono un autistico che ha offeso milioni di persone, di famiglie che soffrono”, afferma Renzi replicando alle affermazioni di Corradino Mineo.

Riforme - “Noi non mandiamo via nessuno ma non possiamo permettere a qualcuno di ricattare con la sua presenza la maggioranza”, aggiunge. “In settimana cominciamo a votare, la ferita dei franchi tiratori su Romano Prodi è ancora aperta, penso che ci debba essere tra di noi un codice di comportamento”.

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