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Di Battista dice no alla base: "Non voglio fare il sindaco di Roma"

Di Battista dice no alla base:
09 ottobre 2015 | 15.13
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All'indomani delle dimissioni di Ignazio Marino, sale il pressing della Rete e della base grillina su Alessandro Di Battista "sindaco di Roma". Tantissimi i commenti sul blog di Beppe Grillo e sulla bacheca Fb del leader M5S, nonché sui social network del deputato romano, che, all'ennesimo invito a scendere in campo, decide di intervenire per smarcarsi: "Non ho intenzione di candidarmi - spiega ai suoi follower - vi chiedo di rispettare la mia scelta e soprattutto le regole del M5S, regole che se deroghi una volta deroghi sempre. E diventi il Pd senza nemmeno rendertene conto. Pensateci e votate un programma, non un nome".

Intanto su Fb nascono gruppi di sostegno ad hoc - 'Di Battista sindaco di Roma' e 'Di Battista for president' - mentre su Twitter spunta l'hashtag 'DiBattistasindaco'. Gli attivisti, in Rete, si interrogano e discutono sul da farsi, divisi tra coloro che violerebbero le regole senza problemi pur di spuntare la vittoria e chi invece professa la necessità di mantenersi puri anche correndo il rischio di andare incontro a una sconfitta.

Per Grillo e Casaleggio non c'è partita, di derogare le regole non se ne parla. Lo hanno ribadito anche in queste ultime ore quando i contatti con Roma si sono intensificati. Inoltre, riferiscono fonti autorevoli all'Adnkronos, i due cofondatori sono convinti di spuntarla al Campidoglio anche con un nome meno in vista.

rete insiste, la Capitale non è Pomezia, in passato altre regole cambiate

Ma la Rete non demorde. "Roma non è Pomezia, con tutto il rispetto - scrive sulla bacheca Fb di Di Battista Piercarlo - e forse a Roma non è sufficiente un programma. Vorrei che su questo almeno ci ragionaste prima di fare le 'campidogliarie' online tra qualche decina di attivisti priva di alcuna esperienza. Il programma M5S non si discute, ma serve essere seri anche sulle donne e sugli uomini per realizzarlo".

"Avete cambiato le regole per andare in tv - rimarca Franco, altro attivista - avete creato un comitato di saggi cambiando le regole. Le regole sono fatte per essere infrante... se fatto in buona fede e con l'intento di portare beneficio alla comunità". Ma non tutti concordano, non mancano i duri e puri. "Tanto valeva, allora - ribatte Massimo - allearsi con Bersani fin dal marzo 2013...".

C'è chi difende le regole a spada tratta. "Chi erano Di Battista? E Di Maio? Dei perfetti sconosciuti - osserva Giuseppe - agli occhi dei più tra gli iscritti, figuriamoci degli altri elettori. Ma sono stati scelti dal M5S (ossia noi attivisti), è stato il metodo 5 Stelle (ossia noi attivisti) a permettere loro di emergere. Ciò che serve è l'intelligenza collettiva che costruisce idee da portare avanti". Ma i ragionamenti non fermano il tam tam in Rete: "Di Battista sindaco" è il mantra che rimbalza sui social network e sul blog di Grillo.

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