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Gaza, raid uccide 3 figli leader Hamas. Israele: "Erano pronti a condurre attacchi"

Haniyeh, capo dell'ufficio politico di Hamas: "Sono dei martiri". Gallant smentisce Netanyahu su Rafah: "Non c'è data per l'operazione"

Macerie a Gaza
Macerie a Gaza
10 aprile 2024 | 09.14
LETTURA: 7 minuti

Tre figli del capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, sono stati uccisi in un raid compiuto da Israele sul campo profughi di Shati, a Gaza City. Lo ha indicato al-Jazeera, precisando che nel raid oltre ai tre figli - Hazem, Amir e Mohammed - sono morti anche almeno quattro nipoti di Haniyeh.

"Ringrazio Dio per questo onore che mi ha concesso con il martirio dei miei tre figli e di alcuni nipoti", ha dichiarato Haniyeh, confermando la morte dei suoi familiari. Sottolineando che i suoi figli "sono rimasti con la nostra gente nella Striscia di Gaza e non hanno lasciato" l'enclave, Haniyeh - che da tempo vive in Qatar - ha affermato che "tutte le famiglie di Gaza hanno pagato un prezzo pesante con il sangue dei loro figli, e io sono uno di loro". "Con questo dolore e sangue creiamo speranze, un futuro e libertà per il nostro popolo, la nostra causa e la nostra nazione", ha aggiunto.

"L'uccisione dei miei figli non cambia la richiesta di cessate il fuoco da parte di Hamas" ha aggiunto . "Non scenderemo a compromessi e non ci arrenderemo, non importa quanto grandi debbano essere i nostri sacrifici", ha evidenziato Haniyeh, riferendosi sempre ai negoziati in corso al Cairo. "Non ci sottometteremo al ricatto praticato dall'occupazione perché i popoli che si arrendono non saranno risparmiati".

"Le minacce dell'occupazione di invadere Rafah non spaventano il nostro popolo né la nostra resistenza. Non ci ritireremo e continueremo il nostro cammino per liberare Gerusalemme e Al-Aqsa", ha aggiunto.

I figli e i nipoti di Haniyeh sono stati uccisi da un missile che ha centrato l'auto sulla quale viaggiavano. Lo ha riferito al Jazeera, secondo cui stavano andando al campo profughi al Shati, a ovest di Gaza City, per andare a festeggiare l'Eid al Fitr, la festa che conclude il Ramadan, insieme ad alcuni parenti.

Idf: "Uccisi figli di Haniyeh, erano operativi pronti ad attentati"

Le Forze di difesa israeliane (Idf) e lo Shin Bet hanno confermato l'uccisione dei tre figli di Haniyeh, dicendo che erano "operativi militari" pronti a condurre attacchi terroristici. Amir Haniyeh era il comandante di uno squadrone dell'ala militare di Hamas, mentre Hazem e Mohammad Haniyeh operativi di rango più basso, hanno riferito gli israeliani. Secondo le Idf, erano "in procinto di condurre attività terroristiche nella parte centrale di Gaza" quando sono stati colpiti.

Media: "Netanyahu non informato in anticipo piani raid contro figli Haniyeh"

Il gabinetto di guerra israeliano non ha discusso di un piano per uccidere i figli di Ismail Haniyeh e il premier Benjamin Netanyahu non ne era stato messo al corrente in anticipo. Lo hanno riferito l'emittente Kan ed il sito Walla, dopo il raid a Gaza nel quale sono stati uccisi tre dei figli del leader di Hamas e tre nipoti.

Cnn: Hamas non riesce a rintracciare 40 ostaggi per accordo

Hamas ha dichiarato di non essere al momento in grado di identificare e rintracciare i 40 ostaggi israeliani necessari per la prima fase dell'accordo del cessate il fuoco. Lo riporta la Cnn citando due fonti, una delle quali israeliana, che sollevano i timori che il numero degli ostaggi morti sia superiore a quello finora noto.

Secondo la proposta dei negoziatori nelle prima sei settimane di tregua, Hamas dovrebbe rilasciare 40 ostaggi, tra i quali donne, uomini anziani e malati, in cambio della scarcerazione di centinaia di detenuti palestinesi. Ma secondo le fonti della Cnn, Hamas ha detto ai mediatori internazionali, Qatar e Egitto, di non avere 40 ostaggi in vita che corrispondono a questi criteri.

Secondo una delle due fonti dell'emittente, l'incapacità, o la non volontà, di Hamas di dire ad Israele quali ostaggi sarebbero rilasciati, vivi, è il principale ostacolo alla realizzazione dell'accordo. Con Hamas apparentemente non in grado di rintracciare 40 ostaggi che rientrano nelle categorie fissate, gli israeliani stanno spingendo affinché nella prima fase vengano rilasciati anche ostaggi maschi più giovani, compresi i militari, precisa la fonte israeliana.

Durante questi mesi di negoziati dall'ultimo cessate il fuoco, Israele ha ripetutamente chiesto una lista degli ostaggi e notizie sulle loro condizioni. Hamas da parte sua ha sostenuto di aver bisogno di una sospensione dei combattimenti per essere in grado di rintracciare e riunione gli ostaggi, lo stesso argomento usato a novembre quando entrò in vigore la prima tregua durata una settimana.

La maggioranza dei quasi 100 ostaggi che si ritengono ancora in vita si ritiene che siano militari dell'Idf o giovani uomini. Hamas intende tentare di usare questo gruppo in una fase successiva dei negoziati per cercare di negoziare più concessioni, compreso il rilascio di prigionieri palestinesi più importanti e la cessazione completa del conflitto.

Aiuti a Gaza, Israele apre nuovo valico

L'esercito israeliano sta attualmente stabilendo un nuovo valico di frontiera per agevolare la consegna degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Lo riporta la radio dell'esercito dello Stato ebraico, secondo cui lo Stato ebraico "in questa fase rinuncia ad aprire il valico di Erez, temendo che venga bloccato dai manifestanti israeliani". L'esercito israeliano, secondo l'emittente, spera che l'ubicazione del nuovo valico, che sarà costruito nel nord di Gaza, ma in una posizione meno centrale, renderà difficile per i manifestanti bloccare l'ingresso degli aiuti nell'enclave palestinese.

Rafah, Gallant smentisce Netanyahu: "Non c'è data per operazione"

Il ministro della Difesa israeliano smentisce le parole del premier Banjamin Netanyahu. Yoav Gallant ha detto al suo omologo americano Lloyd Austin che Israele non ha deciso esattamente quando invaderà il distretto meridionale di Rafah, a Gaza, secondo fonti citate dal The Times of Israel e Haaretz.

La dichiarazione del ministro della Difesa israeliano è in conflitto con le precedenti affermazioni di Netanyahu secondo cui Israele ha già fissato una data per l’operazione e "nessuna forza al mondo ci fermerà". Il piano annunciato da Israele di invadere Rafah, dove sono ammassati circa 1,4 milioni di palestinesi sfollati, ha suscitato il timore di una catastrofe umanitaria. Un’invasione porterebbe a "una catastrofe insondabile, un disastro umano oltre ogni immaginazione", ha avvertito Rik Peeperkorn, rappresentante dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nei territori palestinesi occupati con sede a Rafah.

Diversa la versione del leader dell'opposizione e ministro del gabinetto di guerra israeliano, Benny Gantz: "Entreremo a Rafah e torneremo a Khan Yunis: le nostre capacità superano quelle di tutti i nostri nemici in Medio Oriente", ha dichiarato da Sderot, secondo quanto riporta l'emittente Kan.

Biden: "Israele accetti tregua unilaterale di 6-8 settimane"

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto a Israele di accettare unilateralmente un cessate il fuoco della durata da sei a otto settimane. Lo ha detto lo stesso Biden nel corso di una intervista all'emittente Univision, segnalando un cambiamento rispetto al precedente legame tra una tregua a Gaza e il rilascio di alcuni degli ostaggi che Hamas tiene nella Striscia. "Quello che chiedo è che gli israeliani domandino semplicemente un cessate il fuoco, consentano per le prossime sei, otto settimane l'accesso totale a tutto il cibo e le medicine" di cui ha bisogno la popolazione di Gaza, ha detto Biden.

"Ho parlato con tutti, dai sauditi ai giordani agli egiziani. Sono pronti a impegnarsi - ha aggiunto Biden -. Sono pronti a trasportare questo cibo e penso che non ci siano scuse per non provvedere alle esigenze mediche e alimentari di quelle persone. Dovrebbe essere fatto adesso".

Per Biden, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu sta commettendo ''un errore'' rispetto alla gestione della Striscia di Gaza. ''Penso che quello che sta facendo sia un errore. Non condivido questo suo approccio'', ha affermato. La popolazione della Striscia, ha aggiunto, deve avere ''accesso totale al cibo e alle medicine'' di cui ha bisogno.

Khamenei: "Israele sarà punito". Stato Ebraico replica: "Risponderemo"

"Israele deve essere punito e sarà punito" per il raid aereo che ha distrutto il consolato iraniano in Siria, ha dichiarato intanto il leader supremo della Repubblica islamica dell'Iran, il Grande Ayatollah Ali Khamenei, in un sermone seguito alla preghiera dell'Eid al-Fitr nella Grande Moschea di Teheran, dove una grande folla si è radunata per celebrare la fine del Ramadan.

Khamenei ha aggiunto che la guerra di Israele contro Hamas a Gaza ha ''amareggiato'' i musulmani durante il Ramadan, accusando Israele di aver ucciso oltre 30mila innocenti a Gaza.

''Se l’Iran attacca dal proprio territorio, Israele risponderà e attaccherà in Iran'', la risposta in un tweet il ministro israeliano degli Esteri Israel Katz in ebraico e persiano, taggando il leader supremo iraniano.

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