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Musica: aprono i 'Giardini della Filarmonica' con 'Dittico Giapponese'

Particolare  di una illustrazione del 'Genji Monogatari' attribuita a Tosa Mitsuoki
Particolare di una illustrazione del 'Genji Monogatari' attribuita a Tosa Mitsuoki
29 giugno 2015 | 15.51
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Si inaugura mercoledì prossimo la stagione estiva dell’Accademia Filarmonica Romana 'I Giardini della Filarmonica' ('Musica Svelata'), che grazie alla collaborazione di istituzioni, ambasciate, accademie e istituti di cultura attivi nella capitale, anche quest’anno si aprirà alla tradizione e alla musica delle numerose nazioni ospiti. L'1 luglio, dunque, è dedicato al Giappone e alla sua affascinante e misteriosa letteratura.

Grazie alla collaborazione con l’Accademia Teatro alla Scala e l’Istituto giapponese di cultura in programma il 'Dittico giapponese' del compositore Luca Mosca in scena alla Sala Casella (ore 20) 'Note del guanciale' (2002) una composizione di 21 pezzi per cinque strumenti omaggio all’omonimo e celebre diario della scrittrice Sei Shōnagon dama di corte dell’imperatore giapponese di fine X secolo.

A seguire alle ore 22 nei Giardini, in prima esecuzione assoluta e in forma di concerto, 'La cortina di gala' (2012-13) opera giapponese in un atto su libretto di Pilar Garcia ed Ernesto Rubin de Cervin per soprano, baritono e 5 strumenti, ispirato a uno dei più antichi romanzi di tutti i tempi, il 'Genji Monogatari'di un’altra celebre scrittrice e poetessa giapponese quale fu Murasaki Shikibu.

In scena i giovani solisti e strumentisti dell'ensemble 'Giorgio Bernasconi' diretti da Marco Angius

Gli interpreti sono i giovani solisti e strumentisti dell’ensemble 'Giorgio Bernasconi' dell’Accademia Teatro alla Scala, formazione dedita al repertorio della musica contemporanea, diretti da Marco Angius, fra le bacchette italiane più autorevoli e stimate nell’interpretazione della musica d’oggi. Ad arricchire la giornata due incontri in Sala Affreschi ad ingresso gratuito sulle antiche tradizioni nipponiche dell’ikebana e della calligrafia, affidati a tre maestri di consolidata esperienza, 'L’armonia del pennello'.

Dipingere la musica del 'Genji Monogatari' è la dimostrazione di calligrafia che terrà il maestro Taki Kodaira. Alle 21 toccherà a 'Eufonia floreale', dimostrazione di ikebana a cura di Romilda Iovacchini e Lucio Farinelli. E’ lo stesso compositore Luca Mosca ad introdurre il programma musicale della giornata: '''La cortina di gala' è ispirato al Genji Monogatari, capolavoro della letteratura del periodo Heian scritto da Murasaki Shikibu, nobile donna a servizio nella corte dell’imperatrice del Giappone all’inizio del secolo XI''.

''Il racconto prende spunto da un episodio accaduto all’attraente quanto raffinato e incostante principe Genji durante il suo esilio in un luogo isolato -spiega ancora Mosca- In quel periodo incontra la Dama di Akashi, colta e orgogliosa figlia di un eremita anche lui di nobili origini''. Top secret su questo incontro. Si sa, solo, che nascerà una bambina.

L'organico strumentale è molto particolare. Cinque strumenti (flauto, viola, chitarra, vibrafono e pianoforte) che non vengono utilizzati normalmente insieme nella musica da camera, ma che si prestano a combinazioni timbriche illusionistiche. La scrittura vocale, pur non utilizzando quasi mai scale di origine orientale, si avvicina al magico mondo di Murasaki con una aderenza totale al testo.

'Note del guanciale' è un ciclo strumentale di 21 pezzi ispirati all'omonimo libro di Sei Shōnagon, l'altra grande autrice della letteratura classica giapponese, ed è scritto per lo stesso organico de 'La cortina di gala'. Flauto, anche ottavino, viola, chitarra, vibrafono e pianoforte. Il succedersi dei brani vuole rispecchiare il mondo descritto da Shōnagon, un mondo fatto di brevi descrizioni di pittoreschi personaggi, annotazioni sul succedersi delle stagioni, momenti di straordinaria poesia, tutto come in un colorito e abbagliante zibaldone di pensieri.

Come avviene nel libro, il brano non ha una struttura riconoscibile e i 21 pezzi si susseguono sempre diversi senza alcuna ripresa e senza alcun uso di leit motiv. La musica passa da una scrittura raffinata e filigranata a una scrittura di violenza imprevedibile, da un virtuosismo a perdifiato a un diradarsi degli avvenimenti vicino al silenzio. Gli opposti sono il territorio di Sei Shonagon e anche di questa musica.

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