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Musica: Daniel Harding, la cultura oggi si basa su ciò che è veloce e povero

Daniel Harding
Daniel Harding
07 dicembre 2016 | 19.38
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"La cultura di oggi è basata su ciò che è veloce e povero, viviamo in un mondo che ormai evita le sfide e tende a decidere 'di pancia', un mondo che cambia velocemente e dove se qualcuno non è autosufficiente si tende a tagliarlo fuori. La musica classica in questo mondo ha vita non facile perché costa e richiede dedizione". Parola di Daniel Harding, il direttore d'orchestra britannico, ex assistente di Claudio Abbado sul podio dei Berliner Philharmoniker e ormai stella del firmamento internazionale, che domani sera alle 19,30 all'Auditorium Parco della Musica di Roma dirigerà la Seconda Sinfonia di Gustav Mahler 'Resurrezione', per la stagione sinfonica dell'Accademia di Santa Cecilia, in un concerto dedicato proprio alla memoria di Abbado.

Harding non vuole fare pronostici sul futuro della musica classica, "mi sono già sbagliato sulla Brexit e su Trump" scherza, ma è convinto che nonostante la superficialità culturale di questi tempi, "spesso e volentieri nelle difficolta ci rendiamo conto e torniamo alle nostre radici, alle cose importanti. Quindi c’è una speranza che si possa tornare alla grande arte, alla musica e alla letteratura".

Quanto al concerto di domani (con repliche venerdì alle 20,30 e sabato alle 18), Harding non ha dubbi: "Abbado è ancora per me il più grande interprete di Mahler che, a differenza di molti direttori che allungano esageratamente i tempi, lui semplificava. E col passare degli anni, il suo Mahler diventava ancora più semplice. Nella musica riusciva a creare momenti intensi, ma anche di tensione e dolore. Era capace di farti soffrire con la musica ma il suo gesto era così elegante e naturale allo stesso tempo che per me è rimasto un grande esempio".

'Bello dirigere Verdi e Wagner a Sanremo, il pubblico avrà pensato che quelli erano geni'

Il direttore d'orchestra britannico, a dispetto della giovane età (41 anni), ha alle spalle una carriera straordinaria sui podi delle più importanti orchestre del mondo, dai Berliner ai Wiener Philharmoniker alla Staatskapelle di Dresda. Ha diretto al Covent Garden, alla Scala e... anche al Festival di Sanremo. Nell'edizione 2013 della kermesse canora, infatti, Harding salì sul palco dell'Ariston per dirigere un brano di Verdi e uno di Wagner: "E' stato bello ricordare autori così importanti a Sanremo, enormi figure della musica come Wagner e Verdi. Il genio nella musica classica è qualcosa di più elaborato e complesso che permette all’ascoltatore di trovare sempre nuovi significati al suo interno, mentre la genialità di qualche musicista pop sta nel fatto di dirti qualcosa in maniera semplice e magari arrivare dritto al cuore".

Harding sottolinea lo "spirito e l’atmosfera positivi trovati a Sanremo anche se - chiarisce - quella non è la mia musica. Ma per 15 minuti gli spettatori del Festival hanno ascoltato Verdi e Wagner e hanno sicuramente pensato: 'wow, questi erano dei geni'". Quanto all'orchestra del Festival, "è interessante - dice - anche Barbirolli l'ha diretta. I musicisti che ho incontrato erano persone meravigliose, che amano la musica, ma che poi suonano in questo Festival particolare. In ogni caso - conclude - sono stato contento di incontrarli".

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