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Mo, S. Craxi: "Escalation? C'è il rischio di scivolare in un conflitto, temo 'l'anarchico di Sarajevo'..."

"Teheran usa la causa palestinese come alibi, tutti dobbiamo impegnarci per un legame stretto con il mondo arabo moderato ma sono gli Usa a poter mitigare Netanyahu"

Mo, S. Craxi:
15 aprile 2024 | 13.36
LETTURA: 3 minuti

"Benché tutti gli attori coinvolti dichiarano di non volere una escalation, noi continuiamo reazione dopo reazione a correre il rischio di scivolare in un conflitto. I o temo sempre l'anarchico di Sarajevo". Così la presidente della Commissione Affari esteri e Difesa in Senato Stefania Craxi (Fi) che parlando con l'Adnkronos sollecita: "E' importante che tutto il mondo faccia la sua parte, mantenendo un legame stretto con il mondo arabo moderato. Certamente tutti dobbiamo impegnarci ad evitare tensioni, non è infatti argomento in cui ci si può dividere in tifoserie. Il governo italiano fa la sua parte, anche come presidente di turno del G7, con un lavorio diplomatico del ministro Tajani; così anche il Parlamento. Stasera saranno riunite le commissioni estere di Camera e Senato in un dibattito che registrerà un atteggiamento responsabile per lo meno da una parte dell'opposizione. Ma sappiamo che sono gli Usa il paese che maggiormente può mitigare l'istinto di Netanyahu alla reazione. La posta in gioco è chiara: o Mediterraneo e Medio Oriente pacifici luoghi di scambio economico, politico, culturale, esempio di civilizzazione; o scontro di civiltà e quindi la catastrofe per l'umanità".

Secondo Craxi, "sì, ci sono stati naturalmente errori anche da parte israeliana e dello stesso Netanyahu, ma non bisogna dimenticare da dove nasce questo conflitto che viene scatenato da Hamas nella mattanza del 7 ottobre, contro cittadini civili di ogni età uccisi, torturati e presi in ostaggio" "per obiettivi strategici ben precisi di Teheran: Il primo, dichiarato dagli esordi del regime teocratico, distruggere Israele; il secondo assumere la leadership del mondo arabo facendo dimenticare anche l'origine sciita del conflitto".

"Teheran sa quanto la causa palestinese sia popolare presso le regioni arabe e la usa quindi come alibi in un conflitto che ha tutt'altri obiettivi. Mi duole dirlo - sottolinea la presidente della Comissione Esteri a palazzo Madama - ma tutto ciò discende da un errore di Arafat che appoggiò il golpe di Khomeyni nella illusione di trovare un'altra sponda alla sua causa e così allontanò l'Olp dal mondo musulmano sciita. In questo quadro è paradossale il fatto commenta - che tanti giovani che difendono la causa palestinese sono poi gli stessi che attaccano il regime teocratico dell'Iran".

"La causa palestinese - ribadisce la parlamentare - non è l'origine del conflitto ma l'ostaggio del regime teocratico iraniano contro gli interessi del popolo palestinese e contro quel mondo arabo moderato che da sempre interagisce con l' Occidente e che l'Iran sta tentando di destabilizzare. E' notizia di questi giorni - ricorda - che l'Iran sta tentando di armare i profughi palestinesi in Giordania e ricordo che la Giordania ha partecipato alla difesa di Israele con il suo assetto aereo".

E la Cina, che invita alla calma e moderazione? "Il ruolo della Cina rimane ambiguo: da un lato - risponde Stefania Craxi - ha interesse alla pace per continuare i suoi commerci in un momento anche di difficoltà economica. Dall'altro, ha anche interesse che l'Occidente abbia la testa rivolta verso l'est dell'Europa, tanto è che appoggia la guerra della Russia sostenendone l'economia, mentre le sue navi sono preservate dall'attacco degli Houthi. Pechino quindi è un grande attore. Se si vuole ragionare sul nuovo ordine mondiale si deve parlare ovviamente con la Cina, ma resta sullo sfondo una sua ambiguità di fondo". (di Roberta Lanzara)

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