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Alitalia-Etihad, ancora quattro 'step' da compiere: ci vorranno mesi

Intesa raggiunta su termini e condizioni generali. La compagnia di Abu Dhabi acquisirà una quota del 49% dell’aerolinea italiana. Ue ribadisce: maggioranza e controllo restino in mani europee

(Foto Infophoto) - INFOPHOTO
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26 giugno 2014 | 19.09
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I giochi non sono per niente chiusi. Sulla strada della trattativa tra Alitalia ed Etihad, è stata raggiunta un'intesa sui termini e condizioni generali dell'operazione, ma ci sono, almeno, quattro step da compiere che saranno finalizzati nei prossimi mesi. Insomma, il matrimonio si farà ma i preparativi richiedono tempo. Dopo la dichiarazione congiunta, arrivata a sorpresa ieri dalle due compagnie, sulla conferma dell'accordo sui termini e condizioni per l'acquisizione da parte di Etihad del 49% di Alitalia, ci ha pensato oggi la compagnia di Abu Dhabi a precisare, puntualizzare e, anche, ridimensionare l'effetto annuncio scaturito dal quel comunicato, che, almeno a una lettura approssimativa, poteva far pensare a un accordo in dirittura d'arrivo.

Ed Etihad, questa mattina, ha diffuso un nuovo comunicato che rappresenta in maniera più realistica lo status quo. "L'accordo con Alitalia - ha annunciato la compagnia emiratina - rappresenta l'ultimo passo di un percorso che può portare alla finalizzazione di una operazione. Le due aerolinee hanno raggiunto una intesa sui principali termini e condizioni in base alle quali Etihad Airways acquisirà una quota del 49% in Alitalia".

Quattro i passaggi che attendono ora le due compagnie: "il completamento della documentazione sull'operazione; la finalizzazione delle condizioni; la richiesta alle autorità regolatorie e l'approvazione finale da parte degli azionisti e del consiglio di amministrazione". Step, questi, spiega Etihad, che saranno completati nei prossimi mesi.

Non sorprende più di tanto il fatto che si parla di mesi per il decollo dell'operazione vista la portata delle questioni elencate. A cominciare dalla finalizzazione delle condizioni, poste da Etihad per la positiva conclusione del negoziato, e alle quali si faceva riferimento anche nel comunicato congiunto di ieri. E' tutta aperta, infatti, la partita relativa al taglio di personale per 2.251 unità chiesto da Etihad, secondo la quale la nuova Alitalia deve partire con un organico 11.470 dipendenti rispetto agli attuali 13.721.

Su questo fronte, dopo i due incontri della settimana scorsa, la trattativa langue da venerdì scorso. L'attesa nuova convocazione da parte dell'azienda, attesa dai sindacati per la metà di questa settimana, non è ancora arrivata. A questo punto, i sindacati cominciano a pensare che il prossimo passaggio possa essere quello di un incontro con il Governo la prossima settimana. il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, annunciato che "presto", insieme al ministro del Lavoro Giuliano Poletti, incontrerà i sindacati. La deadline indicata dallo stesso titolare del dicastero di Porta Pia è quella della metà di luglio.

Il rebus da risolvere è quello relativo all'individuazione di strumenti per gestire nel modo più indolore le eccedenze di personale, che Etihad vuole lasciare a terra, opponendosi al ricorso alla cassa integrazione guadagni a rotazione e ai contratti di solidarietà. Altra partita di peso è la cancellazione del debito. Il lavoro con le banche creditrici Unicredit, Intesa Sanpaolo, che sono anche tra i principali azionisti, Mps e Popolare di Sondrio, va avanti. Passi avanti sono stati compiuti ma l'accordo ancora non arriva.

Anche oggi, inoltre, Etihad torna a porre l'accento sull'esame che il dossier dovrà affrontare da parte delle autorità regolatorie. Un passaggio stretto e insidioso alla luce della massima allerta scattata da parte dei big dei cieli europei, Lufthansa e Air France in prima fila. La lettera inviata alla Commissione Europea dalle due compagnie, lo scorso 17 giugno, ha precisato oggi il presidente e direttore generale di Air France Klm, Alexandre de Juniac, "non puntava a designare Etihad" come colpevole ma ad invitare Bruxelles "a fare rispettare le regole europee. Né più né meno". Anche Lufthansa, ieri, ha ribadito la ferrea necessità che la Ue impedisca una concorrenza sleale nel settore del trasporto aereo.

Intanto, Air France - Klm non esclude la possibilità di aumentare nuovamente la sua quota in Alitalia. Il 7% detenuto dal gruppo franco-olandese, spiega de Juniac, "sarà probabilmente diluita" in occasione dell'aumento di capitale che permetterà ad Etihad di acquistare una partecipazione del 49% in Alitalia. Ma, aggiunge, il gruppo potrebbe anche scegliere "di risalire. Valuteremo".

Per de Juniac, che non sembra rammaricarsi per aver scelto di non andare avanti con Alitalia, quella di Etihad non è "un'operazione ostile". La compagnia aerea di Abu Dhabi, sottolinea, "è molto più ricca di noi". Etihad, rileva de Juniac, "manterrà le partnership che Alitalia ha siglato con noi".

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