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Fondi Ue, in Emilia Romagna 2,5 mld

Da aula 'ok' a programmazione 2014-2020

Fondi Ue, in Emilia Romagna 2,5 mld
15 luglio 2014 | 14.28
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Quasi 2 miliardi e 500 milioni di euro per investire sulle persone, favorire l'innovazione, la diversificazione e la capacità imprenditoriale del sistema produttivo, mantenere un elevato grado di qualità dell'ambiente, del patrimonio culturale e dell'infrastrutturazione del territorio, la coesione territoriale e sociale e la qualità dei servizi collettivi. Sono queste le priorità individuate dal documento 'Indirizzi per la programmazione 2014-2020 dei Fondi comunitari in Emilia Romagna', approvato questa mattina dall'assemblea legislativa, con cui la Regione Emilia-Romagna ha adottato un approccio integrato per i Fondi Strutturali e di Investimento Europei (SIE).

L'assise si è riunita oggi per la prima volta dopo le annunciate dimissioni del presidente della giunta Vasco Errani, assente in aula. Gli strumenti di intervento che daranno concretamente attuazione alla strategia Europa 2020 "per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva", sono in Emilia Romagna i programmi operativi Fondo Sociale Europeo (Fse) e Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), ed il Programma di Sviluppo Rurale (Psr), che consentiranno a livello territoriale un'articolazione differenziata degli interventi modulata in base alle peculiarità delle diverse aree della regione e integrate con gli strumenti di attuazione a carattere settoriale.

"L'adozione del Programma - ha evidenziato l'assessore regionale alle Attività produttive Luciano Vecchi - mette in campo uno strumento fondamentale per il territorio emiliano romagnolo attraverso le strategie della Regione per i prossimi anni".

"Grazie alla qualità della gestione dei fondi e della capacità di spesa in Emilia Romagna, siamo riusciti ad ottenere maggiori risorse" ha aggiunto Vecchi, parlando di "uno strumento la cui formazione è frutto di un percorso partecipato che ha condiviso le scelte strategiche le cui linee di sviluppano ruotano sulla qualità". "Qualità dell'innovazione e della ricerca, con le relative ricadute industriali ed energetiche - ha precisato l'assessore - qualità passa anche attraverso la messa al centro delle città, beneficiarie e attuatrici del Programma stesso nonché , il patrimonio artistico e culturale".

"Vogliamo contribuire ad un'ulteriore crescita di questo settore - ha rimarcato l'assessore regionale all'Agricoltura Tiberio Rabboni - Settore che anche in questi anni di crisi ha continuato ad avere il segno positivo". Dal 2008 a oggi, infatti, la produzione agricola emiliano-romagnola è aumentata in valore del 10%, l'agroalimentare vale 20 miliardi di fatturato, il 15% del totale nazionale, mentre nel 2013 l'Emilia Romagna è diventata la prima regione in Italia per esportazione di prodotti alimentari con il 16% del totale nazionale. "Vogliamo continuare a crescere - ha concluso Rabboni, fornendo i dati del comparto - e ci sono le condizioni per farlo".

"Con il Programma operativo 2014-2020 del Fse - ha spiegato, infine, l'assessore regionale alla Formazione e al Lavoro Patrizio Bianchi - punteremo soprattutto sulle competenze delle persone, perché crediamo questa sia la leva per entrare e permanere nel mercato del lavoro e perché investire sulle persone è imprescindibili per il raggiungimento di tutti gli obiettivi europei".

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