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Morto in Spagna Emilio Botin, presidente del Banco Santander

Settantanove anni, è stato colpito da un infarto. Laurea in diritto ed economia, era entrato in banca nel 1958. In pole per la successione la figlia maggiore Ana, già capo della filiale inglese del gruppo, e in passato nel cda di Generali

Emilio Botin (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Emilio Botin (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
10 settembre 2014 | 13.18
LETTURA: 2 minuti

E' morto per un infarto il presidente del Banco Santander Emilio Botin, 79 anni. E' quanto riporta una nota dell'istituto.

Botin veniva da una famiglia di tre generazioni di banchieri. Il nonno Emilio è stato presidente del Santander dal 1909 e suo padre Emilio II gli è subentrato nel 1950. Laurea in diritto ed economia, Emilio era entrato in banca nel 1958. Sposato con la marchesa Paloma O'Shea da cui ha avuto sei figli, sotto la sua guida Santander è diventato il primo gruppo della zona euro per capitalizzazione. 'El Presidente' lo chiamavano concittadini e colleghi banchieri di tutto il mondo

Lo 'shopping' finanziario degli anni Novanta ha portato a una forte crescita della banca in America Latina, al 2004 risale invece l'acquisizione della britannica Abbey National. Botin ha avuto stretti rapporti anche con Italia. Il suo uomo di fiducia nel Belpaese, nonché numero Uno di Santander in Italia, è stato l'ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi. Con lui la banca spagnola è stata socia di Generali, Mediobanca e Capitalia e Sanpaolo Imi, di cui ha anche tentato di prenderne il controllo. Ma il nome del Santander è legato soprattutto alla controversa vendita di Antonveneta. Acquisita per 6 mld di euro, la banca era stata venduta al Monte dei Paschi per 9 mld, con pagamento in cash e senza due diligence alla vigilia del crac dei mutui tossici Usa. Un'operazione che ha pesato sui conti dell'istituto senese e finita al centro di una complessa inchiesta giudiziaria. In Italia il Santander è sponsor principale della Ferrari.

In pole per la successione la figlia maggiore Ana, già capo della filiale inglese del gruppo, e in passato nel cda di Generali.

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